C’è un consistente rischio frenata nel percorso per l’assegnazione dello stabilimento ex Fiat ed ex Blutec di Termini Imerese al gruppo Pelligra. Una storia che nella giornata di oggi ha mobilitato lavoratori e istituzioni dopo l’articolo di BlogSicilia, che racconta di un documento di ricorso in 20 pagine (notifica compresa) notificato a tute le parti interessate da parte di aziende concorrenti rispetto all’assegnatario.
Dopo una intera giornata di attesa il concorrente del gruppo Pelligra (assegnatario dello stabilimento) smentisce di aver presentato un ricorso al Tar e racconta la sua verità.
La smentita della Sciara Holding
Dopo una intera giornata, dunque, arriva la smentita della società ricorrente che riportiamo per dovere di informazione, chiarezza e correttezza anche se non inviata a questo giornale che ha dato la notizia: “Non abbiamo presentato alcun ricorso al Tar del Lazio sul bando ex Blutec di Termini Imerese. Sarebbe stato sufficiente informarsi col tribunale amministrativo per appurarlo” dice all’ANSA il ceo di Sciara Holding, Fabio Bertolotti. Il manager del gruppo continua: “Sappiamo che è circolato il documento del ricorso, evidentemente qualcuno l’ha reso noto. In realtà il nostro ufficio legale l’ha notificato al Mimit, al gruppo Pelligra e ai commissari dell’ex Blutec. Ma non al Tar”.
Aggiunge il ceo di Sciara holding: “L’abbiamo inviato perché le nostre richieste di accesso agli atti sono state eluse, mai ricevuto risposta. Ne abbiamo fatte ben tre”.
Sciara Holding Limited e Smart city Group scrl hanno partecipato al bando ex Blutec per la vendita dello stabilimento di Termini Imerese. Dopo avere valutato le offerte i commissari straordinari hanno considerato idonea quella del gruppo Pelligra. “L’accesso agli atti ci permetterebbe di avere contezza rispetto alla scelta fatta dai commissari – dice Bertolotti – Sappiamo cosa abbiamo proposto noi, ma non conosciamo, e non siamo i soli, il progetto di Pelligra”.
La risposta di BlogSicilia
Dunque la Sciara Holding conferma di aver notificato il ricorso redatto e indirizzato al Tar del Lazio, così come in foto tratta propria dal documento da loro notificato alle parti (Ministero, Blutec e Pelligra) ma sostiene di non averlo depositato al Tar. Una circostanza che non sorprende visto che è questa la corretta procedura nei ricorsi amministrativi il cui avvio avviene proprio con la notifica alle parti. La procedura la regolamenta l’articolo 45 CPA (Codice di Procedura Amministrativa) che stabilisce per i ricorsi, previa notifica alle parti, il deposito al tribunale amministrativo entro 30 giorni dall’ultima notifica avvenuta. In assenza di notifica alle parti la procedura non può iniziare. La notifica alle parti porta data 29 aprile e dunque il termine cade alla fine del mese di maggio. Naturalmente è facoltà del ricorrente, rinunciare al ricorso in qualsiasi momento.
La vicenda
Il ricorso di cui stiamo parlando con annessa richiesta di sospensione delle procedure di assegnazione, se accolto già in via cautelare, rischia di rallentare l’intero percorso di rilancio dell’area. Il ricorso al Tar e già notificato alle parti ovvero al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (quello del Ministro Adolfo Urso) la Blutec in Amministrazione straordinaria (dunque la struttura commissariale) e la Pelligra Holding Italia quale società aggiudicataria. In sede cautelare potrebbe fermare le procedure ma, se accolto nella sua interezza, potrebbe comportare una diversa assegnazione o il ricorso ad una nuova gara.
Si tratta di una vicenda che tecnicamente dura da oltre dieci anni, per quel che riguarda Blutec, ma che è partita molto prima con la crisi di Fiat, all’inizio degli anni 2000, quindi si avvicina a diventare ventennale. Tanto che per gli operai si è ormai giunti all’ultima finestra proponibile per la Cassa integrazione più volte rinnovata con vari escamotage.
Ma la chiusura del commissariamento decennale che si intravedeva con la proposta di aggiudicazione del bando di gara rischia adesso una frenata.
Il ricorso
Il ricorso con richiesta di sospensione è stato notificato dallo studio legale Ferraris di Milano che difende la Sciara Holding Limited e la Smart city Group scrl società interessate a rilevare il ramo d’azienda di Termini Imerese della Blutec. Un ricorso a tutti gli effetti intestato al Tar del Lazio accompagnato da un irrituale passaggio nella relata di notifica (a mezzo pec) nel quale lo si definisce “non introduttivo del giudizio” pur trattandosi di ricorso redatto in tali termini a tutti gli effetti.
Le aziende ricorrenti avevano presentato offerta irrevocabile entro le ore 13 del 15 settembre del 2023, termine ultimo per presentare le offerte in base all’avviso emanato dai commissari in data 2 giugno 2023.
L’assegnazione alla Pelligra Holding veniva comunicata in data 30 marzo 2024 dopo che erano intervenute varie proroghe e diverse remissioni in termini riguardo l’avviso, proroghe e remissioni che, lamentano i ricorrenti, non trovano una giustificazione: per comprenderne le motivazioni è stata fatta richiesta di accesso agli atti il 4 aprile.
Secondo i ricorrenti l’assegnazione è avvenuta in violazione delle norme di legge vigenti in materia di bandi pubblici. In parole povere, tralasciando la terminologia legale, senza le proroghe e le remissioni dei termini della gara la Sciara Holding Limited e la Smart city Group scrl sarebbero state, secondo il ricorso, le probabili società assegnatarie dell’avviso avendo presentato la proposta che valutano essere la migliore.
La procedura di assegnazione
A fronte della chiusura delle procura e delle valutazioni sulle offerte giunte i Commissari avevano formalizzato la loro istanza di aggiudicazione al gruppo Pelligra holding Italia lo scorso 25 marzo. Le motivazioni della proposta di aggiudicazioni si vedevano in alcuni fattori individuati dai commissari: il gruppo Pelligra è specializzando nella riconversione delle aree industriali dismesse attraverso la trasformazione in parchi industriali.
“Il piano presentato dal gruppo è preciso con termini e scadenze che riguardano anche il personale” scrivono i commissari al ministero a quella data nella proposta di assegnazione.
Sono 566 gli operai rimasti in questo bacino e ancora assistititi attraverso la Cassa integrazione. Di questi una quarantina dovrebbero maturare i requisiti per la pensione da qui a novembre . Ne restano poco più di 500. Il progetto del gruppo Pelligra prevede, secondo quanto appreso alla fine di marzo, di assumerne a contratto 350 da impiegare nelle opere di ristrutturazione e trasformazione dell’area industriale. I più giovani saranno chiamati al lavoro per un contratto di 2 anni.
La procedura adottata dai Commissari, come avviene di consueto nei casi di dossier di interesse strategico, è stata condotta, però, in base alla disciplina dell’Amministrazione Straordinaria delle grandi imprese in crisi e non alla legge relativa ai bandi pubblici. La disciplina sulla crisi di impresa prevede una trattativa guidata dai Commissari tra operatori economici e contempla l’ammissione di proroghe e riesami nell’interesse di individuare il soggetto idoneo a soddisfare tutti i criteri previsti (impegni occupazionali, piano industriale e offerta economica).
Le lamentele dei ricorrenti
Per i ricorrenti c’è stata, invece, una erronea e illegittima valutazione delle offerte. L’offerta era subordinata a tre fattori: impegni occupazionali, piano industriale e prezzo (miglior offerta); tutti fattori presenti nell’offerta dei ricorrenti che prevede un progetto di bonifica e riqualificazione dell’intera area, l’installazione di una officina elettrica con la creazione di un parco fotovoltaico, la creazione di un’area logistica e linee produttive in grado di generare 1100 posti di lavoro tutto con risorse economiche proprie disponibili e senza richiedere l’uso dei 110 milioni del contratto di programma
Nel ricorso viene contestata l’assegnazione dei punteggi, la mancanza di trasparenza della procedura oltre alla valutazione ritenuta erronea delle offerte e la mancata giustificazione dei rinvii.
La risposta del Ministero
Nel pomeriggio arriva la risposta del Ministero: “Il gruppo Pelligra è risultato aggiudicatario della business unit di Termini Imerese in esito ad una procedura di gara che ha portato i Commissari straordinari della Blutec a valutare tale offerta come la migliore, tra quelle pervenute, per il rilancio del polo industriale, sulla base dei criteri stabiliti dal bando e dal disciplinare di gara.
La procedura di vendita si è svolta sotto la vigilanza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ha costantemente agito nel pieno rispetto della legge, valutando l’affidabilità del progetto e la solidità patrimoniale del proponente, al fine di salvaguardare oltre 540 lavoratori, tutti ad oggi in CIGS, e garantire al contempo la massima tutela del ceto creditorio, scongiurando il pericolo di una conversione in fallimento dell’amministrazione straordinaria.
Si ricorda che le amministrazioni straordinarie sono regolate da una disciplina speciale che è dettata dal d.lgs. 270/1999 (cd. Prodi bis) e D.L. 347/2003 (cd. L. Marzano), diversa rispetto a quella del codice dei contratti pubblici”.
La replica del gruppo Pelligra
In relazione alle recenti notizie circolate sui media, Pelligra Italia precisa di aver agito in piena correttezza e trasparenza in merito alla propria partecipazione alla gara per l’aggiudicazione dello stabilimento di Termini Imerese. L’obiettivo di Pelligra Italia è proseguire quanto prima con la realizzazione di un progetto solido, che garantirà lo sviluppo di un polo industriale e manifatturiero green e innovativo per la Sicilia, attraverso lo sviluppo di un interporto per la Sicilia occidentale, punto di riferimento per il Mediterraneo. Il piano presentato da Pelligra Italia, società con ampia esperienza nella riqualificazione delle aree industriali, è in grado di valorizzare l’area di Termini Imerese con un importante investimento che offrirà opportunità di lavoro per le future generazioni. Pelligra Italia ribadisce di aver già avviato un confronto proficuo con tutte le Istituzioni per la messa a terra di un hub che sia in grado di valorizzare le competenze e l’expertise locale e al contempo attrarre nuovi investimenti all’estero.
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