Roma dice no alla programmazione di spesa della Sicilia e adesso rischiano di andare in fumo una parte consistente dei fondi del Piano di ripresa e resilienza destinato alla Sicilia. Sono ben 31 i progetti bocciati sui complessivi 63 presentati.

Flop dei progetti siciliani giudicati inammissibili

Il flop dei piani siciliani giudicati incoerenti con la spesa arriva nel settore agricoltura e infrastrutture irrigue dove i progetti erano 32 (63 complessivamente nel settore agricoltura) e 31 di questi non sono stati presi in considerazione.

I progetti ed il decreto

Nel complesso il PNRR vale 1 miliardo e 600 milioni per la Sicilia, ma questa misura valeva 360 milioni. Parliamo delle politiche idriche in agricoltura. I progetti presentati erano originariamente 63, di questi 59 avevano passato la fase preliminare. 31, adesso, sono stati bocciati del tutto perché inseriti nell’elenco dei progetti non ammissibili. I restanti 28 sono in un elenco di progetti teoricamente ammissibili ma non finanziati perché fuori dalla disponibilità che viene assorbita per intero dai 149 progetti ammessi. Di fatto per la sistemazione delle reti idriche in agricoltura in Sicilia non arriverà un euro.

Conferme e proteste dal governo regionale

“Apprendiamo dal Mipaaf che solo 31 dei 63 progetti presentati dalla Sicilia sono stati presi in considerazione attraverso il decreto di approvazione degli elenchi dei progetti ammissibili e non ammissibili a finanziamento con fondi afferenti al PNRR per investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo. E questo lo dice lunga sulla recidiva ostilità di Roma nei confronti della agricoltura siciliana” conferma l’assessore regionale all’Agricoltura e sviluppo rurale, Toni Scilla.

Il Ministro Patuanelli nemico della Sicilia

Un vero flop di fronte al quale la regione protesta “Con quale criterio e come si è proceduto alla selezione? È chiaro che qualcosa non quadra. Il Ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa. Ricordiamo – uno dei tanti esempi che potrei citare – il tentativo di scippare fondi del PSR. Un atteggiamento ostile, che registriamo per l’ennesima volta, e che ci porterà ad effettuare le dovute verifiche e valutazioni”.

Dal Pd critiche al governo Musumeci “Apparati regionale inadeguati”

Ma dall’opposizione piovono una sequenza di critiche feroci, invece, al governo regionale “A disposizione in questo ambito, strategico per l’economia dell’Isola, ci sono complessivamente 1,6 miliardi di euro. Il primo di ottobre il ministero delle politiche agricole ha reso noto il decreto con l’elenco delle infrastrutture irrigue ammissibili: sono 149 in tutta Italia, nessuno dalla Sicilia. Bocciati sonoramente i 31 progetti dell’Isola, un altro grande traguardo da ascrivere all’inadeguatezza del governo guidato da Nello Musumeci” dice il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo, a margine del sopralluogo alla zona industriale di Lentini, in provincia di Siracusa, insieme al sottosegretario Giancarlo Cancelleri e al candidato sindaco di Lentini, Rosario Lo Faro.

Il provvedimento ministeriale rientra nella Missione 2 Componente 4 (M2C4) del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), denominata “Investimenti nella resilienza dell’agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche”.

“La responsabilità per questo clamoroso flop – dice Cleo Li Calzi, responsabile del dipartimento regionale PNRR del PD Sicilia – è evidentemente ascrivibile alla inadeguatezza degli apparati regionali e al mancato coordinamento da parte del governo”.

“E’ una occasione persa – afferma Barbagallo – che avrà pesanti ricadute sul sistema agricolo, sulle imprese del settore e per il sistema di gestione idrica che si sarebbe potuto ammodernare e rendere efficiente anche guardando agli obiettivi della transizione ecologica. Questa bocciatura è il frutto della superficialità con cui la giunta Musumeci si è approcciata al PNRR – conclude -, costringendo la Sicilia a restare indietro mentre le altre Regioni corrono”.

In fumo 360 milioni

Fai i conti in tasca al governo e alla regione, invec,e il Movimento 5 stelle “360 milioni che potevano arrivare in Sicilia vanno in fumo. Il governo regionale del nulla colpisce ancora. Musumeci abbia un sussulto di dignità e si dimetta. Senza di lui la Sicilia può ancora salvarsi” affermano i deputati pentastellati  all’Ars dopo la clamorosa bocciatura arrivata dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.

5 stelle preoccupati per le altre misure del piano

“I progetti presentati dai consorzi di bonifica siciliani – afferma il capogruppo 5 stelle Giovanni Di Caro – sono stati relegati tutti nell’elenco di quelli ritenuti inammissibili, questo dimostra ancora una volta l’incapacità progettuale degli uffici regionali. È lecito temere, a questo punto, che quanto avvenuto in materia di agricoltura possa ripetersi anche per altri interventi, che, senza i fondi del PNRR, non possono essere realizzati. Questa ennesima batosta, che si va ad aggiungere alle tante leggi impugnate dal Consiglio dei ministri, conferma, ove ce ne fosse ancora bisogno, che questo governo opera poco e niente e quando lo fa, lo fa malissimo”.

“Tutto questo – conclude Di Caro – è inammissibile, la Sicilia, per il bene dei siciliani, andrebbe commissariata, a meno che Musumeci non prenda atto di questo ennesimo disastro e si dimetta. Intanto predisporremo una richiesta di accesso agli atti per capire il perché di questo altro gravissimo schiaffo ai siciliani”.

L’assessore contro le opposizioni

Ma Scxilla se la prende anche con Pd e 5 stelle “Quanti si stanno esibendo, con prontezza sospetta, in note e comunicati che di fatto esultano per l’ennesima ingiustizia romana nei confronti del Sud e della Sicilia, farebbero bene – da compagni di partito dello stesso ministro – a indirizzargli pressanti richieste di spiegazioni. Non meritano risposta perché – conclude Scilla – con incosciente sfrontatezza, remano contro gli interessi dell’Isola e dei siciliani”.

Scilla come ‘lo studente scarso’

La controreplica all’assessore arriva durante la mattina “Noi esultiamo per i progetti del PNRR bocciati da Roma? Ma se siamo i primi a rammaricarci per il danno colossale fatto alla Sicilia. L’assessore Scilla la smetta di indossare i panni dello studente scarso che puntualmente dà la colpa dei propri fallimenti ai professori cattivi. Piuttosto si faccia da parte e dia spazio a gente competente. Abbiamo perso quasi mezzo miliardo di euro, una barca di soldi, qualcuno dovrà pur rispondere di questo danno enorme fatto alla Sicilia” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Giovanni Di Caro, in risposta alle “farneticanti dichiarazioni” dell’assessore di Musumeci che “ha puntato il dito contro il M5S, piuttosto che fare mea culpa e cercare di individuare le responsabilità di questo disastro”.

“Il mondo, come diceva quel tale – continua Di Caro – sarebbe un posto migliore se al posto della musica, fosse illegale anche scaricare la colpa, e in questo il governo Musumeci è un maestro ineguagliabile. I progetti vengono valutati su parametri oggettivi. Solo la Lega, fino ad oggi, ha manifestato avversità nei confronti della Sicilia, vedi vicenda Intel con Giorgetti. Scilla faccia un esame di coscienza e non mandi a Roma progetti vecchi e approssimativi per evitare figuracce che ci fanno partire già svantaggiati sui fondi del PNRR”.

“Su questa vicenda – aggiunge il deputato 5 Stelle – comunque, vogliamo andare a fondo. Stiamo preparando una richiesta di accesso agli atti per capire come realmente stanno le cose. E’ intollerabile che si perdano occasioni del genere per la totale incapacità di chi ci governa e della macchina burocratica che dirige. Scommettiamo che anche anche di fronte a questo disastro non succederà nulla e che le prossime pagelle dei dirigenti regionali avranno, come sempre, il massimo dei voti, e loro, di conseguenza, il massimo delle indennità di risultato?”.

“Qualcuno – conclude Di Caro – dica a Scilla che anche il governo Musumeci ha rappresentanti nell’esecutivo Draghi. Allora io gli dico che la loro incompetenza e inconcludenza è doppia, perché non hanno la capacità politica di relazionarsi per prevenire esclusioni del genere, sistemando i progetti prima di inevitabili e pesantissime bocciature”.

 

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