“Cari cittadini siciliani, occhio alle bollette idriche perché potreste pagare costi non dovuti, come ad esempio il canone per la depurazione delle acque reflue, caricato in bolletta dai gestori del servizio anche per quartieri e città dove i depuratori non sono attivi, cosa che sta succedendo a Caltanissetta”.
A dichiararlo sono i deputati del Movimento 5 Stelle all’Ars Nuccio Di Paola e Giancarlo Cancelleri al termine dell’audizione avvenuta oggi in commissione Ambiente all’Ars avente come tema gli impianti di depurazione, cui erano presenti tra gli altri l’assessore comunale di Caltanissetta Maria Grazia Riggi, i rappresentanti del gruppo del Movimento 5 Stelle cittadino, del quartiere balate pinzelli e i rappresentanti dell’associazione Viviamo Manfria di Gela.
“Gli abitanti di Caltanissetta – spiegano Di Paola e Cancelleri – grazie all’interrogazione del consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Giovanni Magrì che ha anche depositato un esposto alla magistratura, stanno ottenendo un rimborso del canone di depurazione non dovuto dall’ente gestore Caltaqua in quanto molti quartieri di Caltanissetta non sono serviti dal depuratore delle acque reflue. Si tratta di una vittoria che può e deve essere estesa anche ad altre città dove l’acqua viene pagata a prezzo d’oro specialmente tra Caltanissetta e Agrigento dove gli impianti di depurazione non esistono o dove non sono mai partiti. Stessa cosa dicasi per le reti fognarie, fatiscenti o addirittura non esistenti in molte zone. Quello degli impianti di depurazione infatti – spiegano i deputati – è uno dei temi per i quali chiediamo un intervento fermo del governo regionale dato che la Sicilia sta pagando ben due condanne e una procedura di infrazione della Commissione Ue perché sarebbero ben 175 gli impianti al palo”.
A fronte di impianti fermi, dunque, la Sicilia paga continue periodiche multe all’Europa per la mancata depurazione e i cittadini hanno pagato, fino ad ora, canoni non dovuti. Ristabilendo legittimamente che non si può pagare quanto non fruito, però, scatta l’assurdo siciliano. senza i soldi della depurazione i conti delle aziende di gestione e distribuzionme idrica potrebbero andare in tilt nel giro di due anni
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