Tutti fermi, quasi sugli attenti, con le agende rosse alzate a simboleggiare la richiesta di verità e giustizia e sullo sfondo il silenzio fuori ordinanza suonato alla tromba a rimbombare fra le pareti di quegli stessi stabili che hanno sentito nel altri suoni 31 anni fa, l’esplosione dell’autobomba che uccise Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Doppio corteo senza scontri

Si è conclusa così la fase saliente delle commemorazioni. Doppio corteo, per così dire, ma senza incidenti stavolta. Da una parte le manifestazioni ufficiali in via D’Amelio, dall’altra parte la contro manifestazione della Cgil e di una quarantina di associazioni antagoniste, partita dall’albero Falcone. Un corteo animato dalle stesse persone che il 23 maggio entrarono in contatto con le forze dell’ordine. Ma stavolta in testa al corteo c’era Salvatore Borsellino e anche questo ha evitato esasperazioni dei concetti e delle azioni. Alla manifestazione ha partecipato il segretario del PD, Elly Schlein, che ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.

Il contro corteo

Fuori la mafia dallo Stato:  è stato il coro che riecheggiava in via Notarbartolo, a Palermo, luogo di partenza del corteo 19 luglio. Un insieme di 30 associazioni, in cui vi è anche la presenza del movimento agende rosse, sta sfilando fra le strade del capoluogo siciliano verso via D’Amelio. Luogo in cui, alle 16.58, si terrà il minuto di silenzio in memoria di Paolo Borsellino e dei cinque agenti della scorta.

Queta mattina la Meloni a Palermo

La giornata era iniziata con la Presidente del Consiglio a Palermo che ha tenuto banco per tutta la mattina scegliendo, poi, di lasciare il campo ad altre manifestazioni

La Presidente del Consiglio è arrivata di buon’ora a Palermo. Il volo di Stato è atterrato un quarto d’ora prima delle 9 all’aeroporto Falcone Borsellino. La Presidente ha deposto una corona di fiori davanti alla lapide che ricorda tutte le vittime che si trova all’interno della Caserma Lungaro della Polizia di Stato. in un primo tempo dovevano essere presenti i giornalisti come ogni anno ma all’ultimo istante, ieri sera, la Questura ha chiuso le porte informando che non sarebbero stati ammessi.

Alla Lungaro una stretta di mano anche ai parenti degli agenti morti nelle stragi e di altra vittime come Agostino

L’omaggio sulle tombe dei magistrati e l’incontro con i parenti

La Presidente ha poi portato il suo omaggio alla tomba di Paolo Borsellino nel cimitero dove è ospitata e lì ha incontrato i parenti che le hanno fatto omaggio di un volume della memoria. A San Domenica, invece, dove si trova la salma di Giovanni falcone nel Pantheon dei palermitani, l’omaggio e l’incontro con Maria Falcone.

Il vertice per l’ordine e la sicurezza pubblica

Poi la Presidente del Consiglio ha presieduto il vertice per l’ordine e la sicurezza pubblica tenuto in prefettura per fare il punto sulla lotta alla mafia e a margine di quell’incontro ha parlato on i giornalisti. Proprio per motivi di sicurezza le è stato consigliata la partecipazione al resto delle manifestazioni.

Le polemiche e la risposta

Ma la Meloni aveva già annunciato che per impegni non sarebbe riuscita ad essere presente alla fiaccolata di stasera così come in via D’Amelio ma invita a smetterla con le polemiche “Chi fa queste polemiche non aiuta le istituzioni. Mi ha stupito quello che ho letto sui quotidiani: una polemica inventata sul fatto che avrei scelto di non partecipare alla manifestazione per paura di essere contestata. Chi mi può contestare? La mafia? La mafia può contestare un governo che ha fatto tutto quello che andava fatto sul contrasto alla criminalità organizzata. Ma io non sono mai scappata in tutta la mia vita. Io sono un persona che si permette sempre di camminare a testa alta. Sono qui oggi e sarò qui sempre per combattere la mafia” ha detto a margine delle commemorazioni di Palermo.

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