I ragazzi della Generazione Z hanno indovinato. Grazie all’intelligenza artificiale sapevano che tra le tracce della prova d’italiano ci sarebbe stato un testo di Pier Paolo Pasolini. Nessun mistero, in fondo, da giorni anche i media tradizionali provavano ad anticipare le decisioni del Ministero dell’Istruzione. Ma questa mattina, quando alle 8.30 in punto la campanella ha dato il via al primo test dell’esame di maturità, in molti hanno tirato un sospiro di sollievo. Con il tema d’italiano è iniziata questa mattina la sessione 2025 degli esami di Stato per la maturità. Sette tracce da sviluppare. Siamo andati al Liceo Scientifico Galilei di Palermo per scoprire ansie, timori e speranza di una generazione che per la prima volta affronta un esame in aula. Questi ragazzi, a causa della pandemia Covid, tennero l’esame di scuola media in modalità remoto. Trovarsi in aula e passare il guado è stata un’esperienza nuova.
Tra le sette tracce da scegliere, oltre a Pier Paolo Pasolini, c’è molta Sicilia. Gli alunni hanno trovato nella busta del Ministero dell’Istruzione un brano del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa e una frase del Giudice Paolo Borsellino dedicata proprio ai giovani e tratta da un’intervista. Una scelta che ha commosso la famiglia del giudice ucciso dalla mafia il 23 luglio del 1992: “ Apprendiamo con commozione che tra le tracce della prova scritta di italiano per la maturità di quest’anno, vi è un riferimento all’attenzione e alla fiducia che nostro padre riponeva nei giovani. Egli nutriva una enorme speranza nelle future generazioni ed abbiamo sempre pensato che a reggere i suoi sforzi vi fosse il senso di una prospettiva alta di un cambiamento in meglio della nostra società civile. Nella sua famosa frase “ se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo” è condensata tutta la speranza che la sua attività di magistrato impegnato sul fronte antimafia potesse incidere sulle coscienze di tutti i cittadini, all’interno di un percorso segnato dal sacrificio di tantissime magnifiche vite umane. Resta in noi oggi la consapevolezza che attraverso l’odierno riconoscimento e tributo, il sacrificio di nostro padre è come un seme che sta dando i suoi frutti. Il percorso è ancora lungo ma siamo sulla buona strada. Ci sia consentito di ringraziare la Scuola di ogni ordine e grado per tutto il lavoro di educazione alla legalità svolto in questi trentratre anni e che sappiamo sarà portato avanti con nuovo entusiasmo alla luce di quanto accaduto oggi”, è il testo della nota diffusa da Fiammetta, Lucia e Manfredi Borsellino, i figli del magistrato ucciso nel ’92 a Palermo dalla mafia.
Tornando all’esame, prima di entrare in aula per questo test, le emozioni contrastavano tra alunni e docenti. Sullo sfondo un clima di solidarietà. Un’intera classe del Liceo Galilei di Palermo, poi, s’è presentata con una sorta di divisa come segno d’affetto per un compagno bloccato a casa da un incidente. Sulle magliette di color bianco il nome della classa, la quinta sezione I e la frase: “a’ classe ra munnizza”.
Commenta con Facebook