La corte di cassazione ha confermato la condanna ad un anno e un mese per brogli elettorali di Franco Gargano, 68 anni, ex presidente dell’ordine degli infermieri di Palermo. La vicenda giudiziaria è iniziata nel 2017: Gargano era stato accusato di aver falsificato 15 schede. Operazione avvenuta durante le elezioni per il rinnovo delle cariche direttive, tenutesi dall’11 al 13 novembre 2017. L’ex presidente era già stato condannato dalla corte d’appello di appello di Palermo.

Le indagini dei carabinieri

Secondo le indagini condotte dai carabinieri intervenuti durante le elezioni, Gargano avrebbe scritto personalmente i nomi dei candidati delle sue liste elettorali su queste 15 schede. Le schede sono state poi sequestrate mentre si svolgeva lo spoglio nel padiglione oncologico dell’ospedale Civico. La falsificazione è stata confermata anche da una perizia grafologica.

Le parti civili

Cinque infermieri, Antonino Amato, Calogero Gugliotta, Giuseppe Intravaia, Vincenzo Gargano, hanno presentato denuncia sui brogli elettorali. Cosa che si verificò durante la tornata elettorale e si sono costituiti parte civile nel processo. “Svolgiamo ogni giorno un servizio che ci impone il massimo rigore etico e morale – ha commentato Antonino Amato, presidente dell’Ordine degli Infermieri di Palermo -, non sono ammesse deroghe per alcuno. Dobbiamo essere da esempio”.

La contestazione

In appello Gargano attraverso i suoi legali aveva solo contestato che le schede elettorali dell’ordine non avessero natura di atto pubblico. Per i giudici una tesi non condivisibile. La cassazione su questo aspetto è stata molto chiara. “Integra il reato di falsità materiale in atto pubblico la consegna all’elettore di scheda per la votazione dei consigli scolastici che presenti già l’espressione di voto, dal momento che l’avvenuta preventiva bollatura della scheda ad opera della direzione didattica e la vidimazione operata dai componenti del seggio elettorale conferisce alla scheda elettorale la dignità di atto pubblico”. La scheda elettorale, sostennero i giudici, deve definirsi un atto pubblico di fondamentale importanza in quanto diviene vettore della volontà dei rappresentanti.

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