Brucia ancora la discarica di Bellolampo l’impianto di smaltimento di rifiuti gestito dalla Rap, azienda municipale del Comune di Palermo. È l’unico incendio rimasto ancora attivo dopo 48 ore delle decine divampati lo scorso giovedì quando nel capoluogo si sono toccati i 45 gradi.

Vigili all’opera tutta la notte

I vigili del fuoco hanno trascorso nell’impianto la notte e resteranno li tutto il giorno. Ci sono focolai ancora accesi e c’è da eseguire un’attenta bonifica per evitare che l’incendio possa ripartire. Anche ieri la Rap ha ribadito che l’incendio non ha pregiudicato la funzionalità dell’impianto e che la raccolta dei rifiuti prosegue. Da accertare la funzionalità del sistema antincendio realizzato dopo il rogo dell’agosto 2012 che per giorni paralizzò l’impianto.

Ieri gli operatori RAP hanno proceduto ad abbassare il livello di ossigeno che alimentava le fiamme coprendo con della terra i tratti coinvolti dall’incendio. Questo ha fatto sì che non ci fosse più bisogno di un ulteriore intervento dei Canadair, conferma la Rap.

Le attività di emergenza avviate dopo l’incendio

Questa ulteriore attività si aggiunge alle procedure intraprese con immediatezza la scorsa notte che hanno visto in campo in sinergia la protezione civile, i vigili del fuoco, forze dell’ordine, la prefettura, la forestale, l’assessorato regionale al territorio, l’amministrazione comunale tutta, assicurando la funzionalità dell’impianto. Nessun altro sito della discarica di Bellolampo è stato interessato dai fuochi. Non è stato necessario interrompere il conferimento dei rifiuti provenienti dalla raccolta notturna riducendo quindi al minimo ogni possibilità di disservizio. Tutti i presidi di sicurezza sono stati attivati tempestivamente. “Fortunatamente – dice l’azienda – la sesta vasca, già chiusa, e quindi dotata delle operazioni di copertura superficiale dei rifiuti, ha permesso di limitare la diffusione del fuoco, arginandone gli effetti”.

Paura e polemiche

Paure e polemiche da parte dei residenti della zona che da due giorni sono costretti a vivere con le finestre tappate per il fumo che si alza dalla discarica e arriva sin dentro le abitazioni.

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