Resterà aperta per tutto il periodo natalizio la mostra Bruno Caruso. “Frammenti di una visione”, ideata, organizzata e curata da Massimo La Piana, in corso nelle sale espositive della Galleria La Piana Arte Contemporanea, in via Isidoro La Lumia 79, a Palermo. L’esposizione, infatti, è fruibile fino al 15 gennaio 2019 tutti i giorni, festivi esclusi, dalle 10.30 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Pensata come un omaggio al grande Maestro recentemente scomparso, attraverso una selezione di opere rappresentative, tratte da prestiti di importanti collezioni private, delinea il percorso di Bruno Caruso attraverso i suoi cicli artistici più conosciuti e amati. Esposta un’ampia selezione di disegni, acquerelli, incisioni e litografie. Il corpus della mostra è composto da una ventina di opere su carta (china e acquerello) e da circa quaranta incisioni.
Analizzando l’intensità con la quale il Maestro ha vissuto e l’enorme mole di lavori eseguiti, raccontare la vita e l’opera di Bruno Caruso (1927-2018) in una sola mostra è impresa ardua, se non impossibile. Questa esposizione vuole, dunque, essere un omaggio della Galleria La Piana Arte Contemporanea, che possa mostrare ai visitatori uno spaccato dei temi cari all’Artista, lungo un percorso durato una vita intera.
Sono presenti opere degli anni ’50, quando Caruso trovò il modo di applicare il geometrismo post-Picassiano al Neorealismo di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica; tre gouaches appartenti al celebre ciclo del manicomio, serie propedeutica alla riforma Basaglia di grande impatto storico e sociale; il Ficus Magnolioides, il “mostro arboreo” tanto amato da Sciascia, che con Caruso condivise un’amicizia lunga, profonda e lavorativamente proficua; e ancora, Jungla, copertina di catalogo di una importante mostra alla Ca ‘doro di Roma del 1977, nella quale le affascinanti signore borghesi trovano straordinarie affinità con le fiere di cui indossano le pelli. In mostra anche gli omaggi a Federico II, alla Repubblica Napoletana del 1799, le incisioni dedicate al viaggio di Ibn Jubayr, i suoi popolani, ragazzi e ragazze ossute con i capelli lunghi e ricci, le pupille dilatate e le labbra carnose (cit. Paolo Nifosi), la sua flora sensuale e lussuriosa, che sembra vivere più nella dimensione umana che in quella vegetale.
“La Piana arte contemporanea” ha già avuto in passato il piacere di celebrare l’artista con due grandi mostre: “Sciascia-Caruso storia di un’amicizia” nel 2009, alla cui inaugurazione presenziò lo stesso Bruno Caruso, e “Ars delineandi” nel 2011, con opere provenienti dal suo studio romano.
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