E’ guerra delle colpe in Sicilia all’indomani della decisione della Corte dei Conti di congelare la parifica del bilancio 2020 della Regione siciliana contestando 866 milioni di mancati accantonamenti ma soprattutto sollevando la questione di legittimità davanti alla Corte Costituzionale sulla norma che ha permesso di pagare in dieci anni il debito complessivo da 2 miliardi e 200 milioni.

Una norma nazionale, sottolineano dalla regione siciliana. Per l’assessore Falcone la situazione non è tale da paralizzare la Regione mentre il presidente Schifani sottolinea la stranezza della scelta visto che i dubbi potevano e dovevano essere sollevati prima.

Ma adesso la politica è a caccia dei colpevoli e parte lo scaricabarile.

Colpa del governo Musumeci non di Schifani

“Una parifica che non arriva da parte della Corte dei Conti è il peggior segnale che poteva esserci. Nessuna colpa del governo Schifani, solo responsabilità dell’amministrazione Musumeci” dice Nicola D’agostino deputato di Forza Italia (il gruppo che fa capo a Gianfranco Miccichè).

Ma c’è la stoccata anche all’assessore in carica “Non ci convince la sottovalutazione del problema da parte dell’assessore Falcone: dichiarare di richiedere una norma apposita significa ammettere le ragioni della Corte dei Conti, dunque che il buco c’è, creando un allarme sociale sulle condizioni del bilancio che richiedono addirittura la necessità di “salvare la Sicilia”. Segnali pessimi, sarebbe stato più intelligente una discontinuità con il passato per tentare di ottenere clemenza. Siamo nei guai perché la Corte dei Conti ha ragione. L’unica soluzione è chiedere al Governo nazionale un miliardo di euro cash!”.

Colpe risalenti a Crocetta per Fratelli d’Italia

“Dopo la decisione odierna della Corte dei Conti, la Regione ha l’occasione giusta per mettersi definitivamente alle spalle i disastri lasciati dal Governo Crocetta-Pd. Vorremmo ricordare agli on. Micciché e D’Agostino – che di quella triste pagina politica furono l’uno l’artefice, con la Sua candidatura divisiva, e l’altro un protagonista – che il Governo Musumeci si trovò a ereditare un buco da ben 1,2 miliardi di euro. Per scongiurare il tracollo, si lavorò negli anni 2018 e 2019 per trovare un accordo con lo Stato che ci consentisse di rateizzare il debito targato Pd in dieci anni. Oggi viene sollevata una questione di legittimità costituzionale che dovrà dipanare la Consulta, mentre sarà il Governo Schifani in collaborazione col governo Meloni a voltare definitivamente pagina e completare il risanamento della Regione” dice Giorgio Assenza, capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars.

Il Pd non ci sta

Ma il Pd non ci sta “Abbiamo denunciato più volte, in questi anni, che i conti della Regione non tornano. Abbiamo detto e ripetuto che le operazioni messe in atto dal governo Musumeci erano soltanto artifizi per camuffare lo stato disastroso dei conti. Ora Schifani, prendendo spunto dalla pronuncia di oggi, avvii una fase di confronto parlamentare che miri veramente alla messa a posto del bilancio e dei conti. Lo faccia partendo da una politica di gestione oculata e senza la mano larga e la leggerezza avute dal governo Musumeci” dice il segretario regionale e deputato PD all’Ars, Anthony Barbagallo.

Da Diventerà Bellissima l’attacco di Intravaia

“Le bugie di Barbagallo per nascondere le colpe di Crocetta e del Pd” esordisce Marco Intravaia, deputato di Fratelli d’Italia all’Ars proveniente dalle fila dei Musumeciani di Diventerà Bellissima.

“Se il deputato regionale del Partito Democratico, Barbagallo, ex assessore di Crocetta, avesse pudore politico dovrebbe non aprire bocca di fronte alla vicenda della parifica del Bilancio. Il disastro finanziario creato da quel governo, di cui faceva parte, assieme ad altre precedenti, ardite gestioni contabili, costrinse l’esecutivo guidato da Musumeci a trovare un’intesa con Roma, per pagare in dieci anni i debiti fatti da altri. Se avesse dovuto pagare in tre anni, la Regione sarebbe andata al collasso finanziario. Il Governi Musumeci argino’ i danni causati da quella gestione, avviando un risanamento: cominciato col centrodestra e continua col centrodestra, con grande senso di responsabilità. Lo sciacallaggio di Barbagallo mira a far dimenticare le colpe sue e di quel governo di cui era artefice e paladino”.

Pellegrino (Forza Italia all’Ars) rincara la dose

“Se oggi il Governo Schifani viene chiamato dai magistrati contabili a un grande sforzo di risanamento dei conti della Regione, purtroppo lo dobbiamo alle ferite causate dallo sciagurato governo Pd-Crocetta di cui l’on. Barbagallo (che fu allora anche assessore!) sembra essersi dimenticato. Il rendiconto 2020, di cui oggi si discute, è proprio la sintesi di quel disastro” dice Stefano Pellegrino, capogruppo di Forza Italia all’Ars, il gruppo al quale aderisce anche Schifani.

“Nel 2018, lo ricordo per amore di verità – sottolinea Pellegrino – il precedente governo Musumeci scoprì una voragine da oltre un miliardo che ci obbligò a rientrare grazie a un accordo di rateizzazione con lo Stato. Ora viene posta, su quell’accordo, una questione di legittimità costituzionale che, ci spiace per Anthony Barbagallo, non riscrive di certo la storia della Sicilia. Con Musumeci abbiamo iniziato a rialzare la testa, ora il centrodestra guidato da Renato Schifani completerà il lavoro e metterà in sicurezza i conti della Sicilia”, conclude Pellegrino.

 

 

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