La Procura regionale della Corte dei Conti ha chiamato in causa 36 persone, tra ex amministratori ed ex dirigenti comunali, ipotizzando per loro il danno erariale nei confronti del Comune di Monreale.

La cifra contestata

Un affare per nulla irrilevante, se è vero che la cifra che i magistrati contabili contestano ai destinatari del provvedimento non è di bruscolini, ma ammonta a ben 10.106.980,50 euro, oltre gli interessi di mora e l’importo che andrà a maturare. Per tutti si è trattato di una sorta di fulmine a ciel sereno, considerato che l’oggetto della questione è una vicenda che risale al lontano 2006, quando l’amministrazione in carica era quella di Toti Gullo.

Il contratto

Quell’anno, il 20 aprile, il Comune stipulò un contratto di lease-back con la Carige, vale a dire una retrolocazione finanziaria, cedendo in una sorta di leasing l’immobile di via Biagio Giordano, attuale sede della caserma del gruppo carabinieri Monreale, mantenendo contemporaneamente il possesso del bene ceduto.

Grazie a quella operazione il Comune, che allora aveva casse asfittiche e necessitava di immediata liquidità, ottenne una somma di 8.553.565,70 euro, da restituire con un canone anticipato di 1.454.106,17 euro e 39 canoni semestrali da 203.902,78 euro ciascuno, oltre Iva. Il pagamento, ancora in corso, durerà fino al 2026, quando il Comune dovrà pagare un’ultima maxi rata dall’importo di circa 4 milioni. La somma incamerata, però, stando alla legge, sarebbe dovuta servire per garantire nuovi investimenti. Particolare, quest’ultimo, messo in dubbio dall’attuale amministrazione, che ha ipotizzato che quell’operazione di lease-back sia stata utilizzata per coprire il disavanzo e far fronte alle spese correnti, contribuendo, pertanto, a determinare il dissesto finanziario del Comune (poi dichiarato nel 2018 e successivamente rientrato nel 2022). Ecco perché ha inviato tutto il carteggio di allora ai giudici contabili.

I coinvolti

I personaggi coinvolti sono, come detto, 36: il sindaco di allora Toti Gullo; i suoi assessori, che con il primo cittadino votarono gli atti di bilancio, e quindi Roberto Gambino (vicesindaco), Stefano Gorgone, Tony Pantuso, Mariella Petrotta, Fabio Sciortino, Gaetano Sirchia, Antonino Fundarò, Giuseppe Leto, Giuseppe Magnolia, Mimì Palma, Toti Zuccaro. In qualità di consiglieri comunali del tempo risponderanno coloro che votarono le delibere relative all’operazione lease-back, e cioè: Fabio Billetta, Giuseppe Bono, Giovanni Brusca, Claudio Burgio, Piero Capizzi, Vincenzo Cassarà, Vittorio Di Salvo, Mimmo Gelsomino, Enzo Giangreco, Filippo Giurintano, Marco Intravaia, Massimiliano Lo Biondo, Pippo Lo Coco, Girolamo Mondello, Roberto Oddo, Giovanni Schimmenti, Fortunato Segreto, ed Angelo Venturella. I dirigenti comunali che firmarono gli atti: Antonino Sciacchitano, Gaetano Scalici, Fabrizio Dell’Acqua ed Elena Conti. I componenti del collegio dei revisori: Marcello Barbaro e Giovani Carlotta.

I non più perseguibili

Fra i presunti responsabili del danno erariale ci sarebbero stati pure Salvino Mirto, in qualità di consigliere comunale e Vincenzo Di Liberti, in quella di revisore. Entrambi, però, purtroppo, nel frattempo sono deceduti. Così come nello scorso mese di dicembre è deceduto Enzo Giangreco, che pure figura fra i destinatari dell’invito a dedurre. Sull’argomento, però, la Corte evidenzia come non si debba procedere nei confronti degli eredi per il danno eventualmente causato.

Articoli correlati