«Ora basta: l’amministrazione comunale abbia il coraggio di chiudere la Reset (ex Gesip), il carrozzone più scandaloso che la storia siciliana, e forse pure quella italiana, ricordi». Questo il duro attacco lanciato dal deputato Riccardo Nuti, dopo che nei giorni scorsi i dipendenti della partecipata comunale hanno chiesto di alzare le ore lavorative settimanali, con conseguente aggravio per il bilancio comunale di 10 milioni di euro.

«Non nascondiamoci dietro un dito: la Reset è campione di disservizi, nonostante l’impegno di alcuni dipendenti, negli anni non si è mai dimostrata efficiente in nessuno degli ambiti di cui pure dovrebbe occuparsi, dalla pulizia delle spiagge, abbandonate per gran parte dell’anno, fino alla pessima gestione – o, meglio, alla non-gestione – di canile, piscina comunale e cimitero». «Eppure – continua ancora Nuti – ad oggi il mega carrozzone costa alle casse comunali la bellezza di 33 milioni di euro, di cui ben 29 solo per pagare il personale. Nel 2014, l’onere gravante sul bilancio dell’amministrazione era di appena 980mila euro. Un balzo clamoroso che, però, alla Reset non basta, tanto che ora chiede, tramite i sindacati, ulteriori 10 milioni, per quello che sembra l’ennesimo stipendificio».

«La verità – conclude Nuti – è che a Palermo vige un’omertà clamorosa. Non posso credere che sindaco, assessori e consiglieri non si rendano conto della necessità di chiudere la Reset: sarebbe un’offesa al loro intelletto. Ma allora non resta che pensare che si preferisca chiudere un occhio, anzi entrambi, e mantenere in piedi un carrozzone clientelare che assicura non pochi voti. Fa niente se a pagare sono i palermitani che, se le cose non cambiano, in cambio continueranno ad avere cimiteri sporchi, spiagge degradate e canile abbandonato. Il tutto a un costo ingiustificato allucinante».

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