Scommetto che nessuno di voi conosce Nino Barlini. E’ un personaggio immaginario, frutto della sapiente sceneggiatura di Robert Alan Aurthr e della visione registica di John Frankenheimer. Nel 1966, arriva nelle sale cinematografiche di tutto il mondo “Grand Prix”. E’ una rivoluzione: il primo film sulla Formula 1, con le camere on board delle vetture e tanti altri sistemi innovativi. Tra i personaggi del film spicca Nino Barlini.
E’ descritto come un giovane ragazzo siciliano che debutta nella categoria regina del motorismo mondiale, dopo aver trionfato alla Targa Florio, la più antica corsa automobilistica del mondo, da sempre orgoglio della Sicilia motoristica e non solo. Ora Nino Barlini dovrebbe essere un po’ più familiare per voi. E’ la trasposizione cinematografica di un eroe vero, di un pilota dalla classe assoluta e cristallina: Nino Vaccarella.
Il 4 marzo Vaccarella, il re della Targa Florio, compie 87 anni. Tutti noi lo abbracciamo, lo ringraziamo e, in fondo, gli dobbiamo anche delle scuse. E vi spiego perché, un vizio siculocentrico ci obbliga a ricordare le sue gesta, immerso tra una folla oceanica nelle curve del circuito madonita della Targa. A seguire le sue vittorie, in coppia con assi del volante come il povero Lorenzo Bandini (perito a Montecarlo nel 1967) o l’eroico Arturo Merzario, si radunavano oltre mezzo milione di persone.
Ma nella sua carriera non c’è solo la Targa Florio. Vaccarella ha dominato in tutto il mondo, primeggiando sui principali circuiti mondiali. Ha vinto la 24 ore di Le Mans, la 12 ore di Sebring. Ha trionfato al Nurburgring. Ha corso in Formula 1, disputando anche il campionato mondiale marche – a quei tempi, forse, più prestigioso dell’odierna F1, ha indossato la livrea della scuderia Ferrari e dell’Alfa Romeo.
Un campione assoluto, che alternava la passione sportiva alla professione di preside di un istituto scolastico: per questo ancora oggi lo chiamano il “preside volante”. Buon compleanno, campione, eroe di una stagione che non dimenticheremo mai.
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