La Regione siciliana si prepara a dare il via alla caccia dal 2 settembre nell’isola invece che da ottobre come avviene nel resto del Paese e scoppia l’annuale battaglia con ambientalisti e animalisti che fanno subito partire la loro diffida. La bozza del calendario di caccia è stata presentata dall’assessore Edy Bandiera in occasione della riunione del Comitato regionale faunistico venatorio ed è subito scoppiata la polemica. Il documento prevede l’apertura anticipata della stagione di caccia (detta “preapertura”) sin dal prossimo 2 settembre anziché al 1° ottobre. La prima ad aprire sarebbero la caccia al Coniglio selvatico (in assenza di censimenti preventivi, fanno notare gli ambientalisti), anche con l’uso del furetto. Prevista, poi, l’inclusione tra quelle cacciabili, di alcune specie come Tortora, Pavoncella, Moriglione e Combattente (specie in declino a livello internazionale o addirittura a rischio estinzione secondo gli ambientalisti).
“Il Calendario proposto dall’Assessorato è stato sottoposto a valutazione dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che ha rilasciato parere negativo motivato: per l’Istituto l’anticipazione della stagione venatoria risulta dannosa perché colpisce animali ancora in periodo riproduttivo, mentre varie altre disposizioni del calendario sono censurabili perché prevedono un esercizio della caccia troppo esteso per forme e modalità, tali da danneggiare il patrimonio faunistico” informano Legambiente, Lipu e Wwf.
Ai rilievi dell’ISPRA si aggiunge il Ministero dell’Ambiente, che ha chiesto alle Regioni di depennare Pavoncella e Moriglione dall’elenco delle specie cacciabili, in quanto in declino in tutta Europa, e di vietare la caccia in preapertura alla Tortora.
Adesso a scagliarsi contro il calendario sono proprio le associazioni ambientaliste. Secondo Legambiente, Lipu e Wwf, “questo Calendario venatorio, così come formulato, sarebbe illegittimo perché ripropone le medesime disposizioni già ampiamente e costantemente censurate dal Giudice amministrativo sotto il profilo della legittimità e della violazione delle disposizioni della L. 157/92 sulla tutela della fauna, della vincolante normativa comunitaria (Direttiva 92/43/CEE “Habitat” e Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”), delle Linee Guida nazionali e dei Documenti tecnici elaborati da ISPRA e Ministero dell’Ambiente”.
Già nella stagione 2018-2019 Legambiente, Lipu e Wwf avevano impugnato il Calendario venatorio ottenendo la sospensione della caccia, per cui sui temi dei periodi e delle specie cacciabili vi è un contenzioso in atto pendente presso il Tribunale Amministrativo regionale di Palermo (ric. n. 1569/2018) e presso il Consiglio di Giustizia Amministrativa (ric. n. 732/2018). “L’Amministrazione regionale non può ignorare il contenzioso in atto“.
Le tre organizzazione annunciano di aver “inviato una diffida all’Assessore Bandiera, al Presidente Musumeci ed al Dirigente del Dipartimento Sviluppo rurale, invitando la Regione a regolamentare il prelievo venatorio nel pieno rispetto della normativa statale e comunitaria, recependo integralmente i pareri e le indicazioni di ISPRA e Ministero dell’Ambiente. In caso contrario, le Associazioni ambientaliste preannunciano di voler adire le azioni giudiziarie ritenute più opportune”.
Commenta con Facebook