I finanzieri del gruppo di Palermo hanno sequestrato oltre 237 chili di caffè sprovvisti delle informazioni relative alla tracciabilità dei generi alimentari. Le fiamme gialle durante un controllo presso un’attività commerciale di rivendita di acqua e caffè in cialde monouso a Palermo, constatavano che il titolare, sprovvisto di partita Iva, non era in grado di esibire alcuna licenza o autorizzazione rilasciata dal Comune, ed individuavano inoltre 7.100 cialde di caffè, pari a 56 chili senza tracciabilità.
Rintracciata la torrefazione fornitrice
Nel corso dei controlli in una torrefazione fornitrice della rivendita abusiva, sono stati trovati al 180 chili di caffè suddivisi in 22.600 cialde senza le informazioni necessarie. I finanzieri hanno segnalato il titolare della rivendita abusiva agli organi competenti per le sanzioni previste per le violazioni riscontrate nei controlli. La segnalazione è scattata all’assessorato Attività produttive, per violazione alle norme comunitarie in materia di sicurezza alimentare e per l’applicazione di una sanzione pecuniaria che varia da un minimo di 750 euro ad un massimo di 4.500 euro.
Le altre segnalazioni
Analoga segnalazione è stata fatta anche allo Sportello Unico Attività Produttive del Comune per esercizio abusivo di attività (ex art. 7 della Legge Regionale n. 28/1999 – Riforma della disciplina del commercio) che prevede, oltre al sequestro amministrativo dei locali e delle attrezzature trovate al loro interno, una sanzione che varia da un minimo di 1.549 euro a un massimo di 15.493 euro. Altra segnalazione all’Agenzia delle Entrate, per l’apertura della partita Iva. I finanzieri hanno inoltre provveduto a segnalare il titolare della torrefazione fornitrice al “Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari” per violazione alle norme comunitarie in materia di tracciabilità degli alimenti (Regolamento UE 1169/2011) che prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria che varia da un minimo di mille ad un massimo 8 mila euro.
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