La stagione di caccia alla tortora selvatica in Sicilia, quest’anno, si chiuderà il prossimo 29 settembre. È stato pubblicato il decreto dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, col quale si modifica la data di fine dell’attività venatoria per questo tipo di volatile, precedentemente fissata al 31 ottobre.

L’efficacia del decreto sospesa

La modifica dà attuazione alla recente sentenza del Tar Sicilia, che aveva sospeso l’efficacia del decreto assessoriale del 9 settembre nella parte in cui la data di chiusura della caccia della tortora selvatica, stabilita nel calendario venatorio 2022/23 al 29 settembre per un errore materiale, era stata riportata al 31 ottobre, come negli ultimi calendari venatori regionali.

Il pronunciamento del Tar

Qualche giorno fa il presidente del Tar Palermo aveva emesso un nuovo decreto urgente che sospendeva la caccia alla tortora selvatica nel mese di ottobre. Nelle scorse settimane, infatti, l’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, aveva firmato un decreto che modificava il calendario per prolungare fino al 31 ottobre la caccia a questa specie migratrice. I ricorsi al Tar sono stati presentati dalle associazioni ambientaliste animaliste Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia contro il calendario venatorio 2022-2023.

“Correzione non verosimile”

Con il provvedimento l’assessore aveva prolungato di un mese il periodo di caccia. Il giudice afferma nella decisione “se appare verosimile la correzione dell’errore materiale concernente l’anno di chiusura della stagione venatoria (2022 anziché 2023), è meno verosimile che la correzione dovesse necessariamente riguardare anche il giorno ed il mese (31 ottobre anziché 29 settembre)”. Da venerdì prossimo, quindi, stop ai fucili: le tortore potranno proseguire la migrazione verso l’Africa senza essere bersaglio delle doppiette; chi dovesse sparare ed abbattere tali uccelli, rischierebbe la sanzione penale dell’arresto fino ad un anno o l’ammenda fino a 2.582 euro.

Ambientalisti: “Regione aveva forzato le norme”

“La Regione – avevano commentato gli ambientalisti – aveva approvato norme forzate e illegittime, anticipando la data di apertura della caccia ed autorizzando forme di prelievo venatorio in contrasto con le norme di tutela della fauna e, soprattutto, in palese e grave contrasto con il parere scientifico dell’Ispra, l’istituto superiore protezione e ricerca ambientale”. Per Enpa, Lac, Legambiente Sicilia, Lndc Animal Protection, Lipu e Wwf Italia, grazie ai ricorsi ed alle battaglie giudiziarie, condotte dagli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice, “anche quest’anno sono stati impediti gravi danni alla fauna selvatica causati dal pessimo calendario venatorio regionale, soprattutto per le specie migratorie per le quali la Sicilia rappresenta un’importante area di svernamento o di passo tra l’Europa e l’Africa”.

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