La Sicilia si prepara al voto e la campagna elettorale sarà rovente. Le temperature di una estate troppo calda saranno scaldate ancora di più da un clima che nella coalizione di centrodestra adesso diventa al vetriolo.

L’addio di Musumeci sbattendo la porta

Il modo in cui il Presidente della Regione si è dimesso, sbattendo la porta in faccia ai partiti alleati e al parlamento siciliano, rende le cose ancora più difficili. Musumeci, infatti, prima ha preso tempo e tenuto tutti sulle spine, poi si è dimesso con un video sui social saltando tutti i passaggi istituzionali. Non obbligatori per legge ma certamente per galateo istituzionale. E, alla fine, lui e il suo governo hanno disertato la seduta d’aula appositamente convocata. banchi del governo vuoti e una semplice lettera.

Ma vuole fortemente la ricandidatura

Ma il Presidente della regione non si è rassegnato,. Al contrario vuole continuare a fare il Presidente e si considera il candidato fino a prova contraria. “Nel mio progetto futuro al momento non c’è alcuna previsione. L’obiettivo in questo momento è tornare a portare alla vittoria il centrodestra per completare il lavori che abbiamo iniziato e per avviare nuove iniziative. Voglio servire la mia terra” dice senza mezzi termini ribadendo la propria auto investitura.

Una partita per ottenere in cambio un posto a Roma?

Nega qualsiasi partita di scambio per un posto a Roma “Chiusa questa partita, se ne possono aprire mille altre. Al momento sul tavolo non c’è alcun baratto. Prima chiudiamo la vicenda della Regione, sulla quale non ci sono contropartite. Chiusa quella, poi naturalmente in politica tutto è possibile”.

Ma il poi non può essere una candidatura visto che regionali e politiche sono accorpate le la scadenza della presentazione delle liste è parallela

I partiti non lo vogliono e cercano un’alternativa

Ma mentre Musumeci si dimetteva Stefania Prestigiacomo, indicata da Gianfranco Miccichè come candidato di Forza Italia, era a colloquio con Silvio Berlusconi al quale ha consegnato la propria disponibilità a candidarsi presidente della Regione. Un nome che non viene sposato, però dalla Lega. Salvini di nomi non ne vuole fare e ribadisce come ‘saranno i siciliani a scegliere’ ma le possibilità ormai sembrano abbastanza delineate. Prestigiacomo per gli azzurri, Massimo Russo per gli autonomisti, stop per i veti interni ed incrociati a Stancanelli di Fratelli d’Italia ma la Lega mette in campo Nino Minardo o Alessandro Pagano. Ma perché il candidato sia leghista bisognerà che la Lombardia vada alla Moratti e il Lazio a Fratelli d’Italia e dunque Meloni dovrebbe rinunciare a Musumeci in Sicilia. I giochi sono aperti e il tempo adesso stringe. 20 giorni al massimo per decidere tutto

L’indizione dei comizi

Adesso l’attesa si sposta sulla pubblicazione del decreto che indice i comizi elettorali e fissa le scadenze. il voto sarà il 25 settembre, un election day insieme alle politiche, ma serve un decreto con il calendario elettorale ufficiale

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