I carabinieri della stazione di Campofelice di Roccella hanno arrestato due uomini di 37 e 33 anni accusati di furto aggravato di carburante. I due bloccati mentre con un tubo di gomma prelevavano gasolio dal serbatoio di un grosso articolato Iveco. Era parcheggiato nella zona periferica del paese.
Il fuggitivo subito trovato
All’arrivo dei militari uno dei due è riuscito a fuggire ma è stato bloccato poco dopo in casa dove aveva cercato rifugio. Nei pressi del mezzo sono state trovate tre taniche di plastica con circa 100 litri di gasolio. Gli arresti sono stati convalidati dal giudice di Termini Imerese che ha disposto l’obbligo di firma e per uno dei due anche l’obbligo di dimora.
Il furto di carburante alla Rap
Nel dicembre scorso i carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, a conclusione di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura, hanno denunciato cinque persone, di cui tre dipendenti della Rap. I militari mossero le accuse, a vario titolo, di peculato, truffa in concorso e assenteismo in danno della società partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti. Le indagini sono iniziate a settembre del 2020 e si sono concluse a marzo del 2021. I tre dipendenti dell’azienda partecipata, in concorso tra loro, hanno timbrato il badge di uno di loro, garantendo lo stipendio e la presenza. Mentre il collega era in giro per Palermo, causando un danno economico all’amministrazione.
Rubato anche il carburante
Uno dei tre dipendenti aiutato da altri due, non dipendenti dell’azienda, anche questi denunciati, ha più volte rubato il carburante del mezzo che l’azienda gli forniva per la raccolta dei rifiuti.
Altro arresto nel Catanese
Nel Catanese nel novembre scorso altro arresto sempre per furto di carburante. La videosorveglianza becca il responsabile proprio mentre ruba carburante all’interno della ditta per la quale lavora. Un 63enne di Paternò accusato di “furto aggravato” arrestato dopo che su di lui si erano concentrati dei fondati sospetti da parte dei carabinieri. Ai militari dell’Arma, dopo la denuncia dell’imprenditore, è bastato visionare le immagini di videosorveglianza per incastrare l’infedele dipendente.
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