I candidati sindaco devono prendere le distanze dalla mafia. Una cosa che secondo Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nella strage di Capaci, dovrebbe essere “naturale” ma che con amarezza constata che così non è. Il suo riferimento è alle polemiche di questi giorni sulle amministrative di Palermo, dove in particolare è finito sotto i riflettori il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla, appoggiato da Marcello Dell’Utri e Totò Cuffaro, già condannati per mafia.

“Inaccettabile doverlo ribadire”

“E’ inaccettabile – ha detto Maria Falcone – che in una città che per anni è stata teatro della guerra che la mafia ha dichiarato allo Stato e che ha contato centinaia di morti, sia ancora necessario ribadire che chi si candida a ricoprire una carica importante come quella di sindaco e qualsiasi altra carica elettiva debba esplicitamente prendere le distanze da personaggi condannati per collusioni mafiose. Dovrebbe essere assolutamente scontato, ma evidentemente non lo è, che chi aspira a rappresentare la capitale dell’antimafia, la città di Falcone e Borsellino senza alcuna titubanza prenda posizione rifiutando endorsement di personaggi impresentabili”.

“Condivido le parole di Alfredo Morvillo”

Situazione che si sta verificando proprio a pochi giorni dal trentesimo anniversario della strage di Capaci. E questo amareggia ancora di più la stessa sorella del magistrato che sarà commemorato: “Ci troviamo costretti a chiedere a chi intende amministrare Palermo di dire parole chiare contro i mafiosi e chi li ha aiutati e di ripudiarne appoggio e sostegno. Condivido in pieno ogni parola pronunciata da Alfredo Morvillo. In tema di mafia i grigi non sono ammessi”. La presa di posizione dalla residente della fondazione che del fratello porta il nome di Falcone arriva dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni dell’ex giudice Alfredo Morvillo sulle prossime elezioni comunali a Palermo.

Le scintille Morvillo-Cuffaro

Morvillo nei giorni scorsi usò toni molti forti facendo riferimento alle elezioni comunale palermitane sostenendo come la politica fosse in mano ai condannati per mafia. Cuffaro gli rispose l’indomani: “Credo di avere il diritto costituzionalmente riconosciutomi e forse anche il dovere di vivere la mia vita da libero e coltivare il mio impegno politico e sociale dopo avere pagato i miei errori con grande sofferenza”.

Miceli, “rifiuto l’appoggio dei poteri mafiosi, chi minimizza ha dei motivi”

“La mafia ha cambiato forma per sopravvivere, si è così adattata alle richieste della società oggi consapevole e pronta a combatterla, a denunciarne la presenza, a schierarsi. La mafia non è stata abbattuta, né dimenticata. La mafia si è solo inabissata per muoversi su livelli forse meno espliciti ma pur sempre condizionanti. Rappresenta ancora una minaccia per la vita di tutte e tutti, per la crescita economica, sociale e culturale dei territori”, lo afferma Franco Miceli in una nota di risposta all’appello lanciato da Maria Falcone e in risposta alla lettera aperta che il Centro Pio La Torre ha inviato a tutti i candidati a sindaco di Palermo.

Franco Miceli ricorda: “L’appuntamento elettorale del 12 giugno coincide con l’arrivo di enormi risorse finanziarie dall’Europa, che sono un’occasione unica per aggredire antiche cause dell’arretratezza economica e sociale del Mezzogiorno d’Italia e per risollevare le sorti di Palermo. E sappiamo anche che Cosa nostra vede tali risorse come una preziosa occasione di rilancio per le sue attività criminali e per incrementare il suo potere e che cerca per questo di rientrare in gioco, di riallacciare quelle alleanze politiche e di interessi che sono sempre state alla base dell’incidenza mafiosa sulla cosa pubblica e sul quotidiano di ciascuno. Anche per questo motivo, da subito, ho posto l’accento su un diverso modo di governare la città puntando sul decentramento e sulla partecipazione, che significano anche controllo sociale. Due strumenti che metterò a garanzia di trasparenza nelle decisioni amministrative, due antidoti fondamentali alla formazione di gruppi di potere che facilmente diventano brodo di coltura degli interessi mafiosi”.

“Grande disponibilità denaro pubblico sta già originando profonde ambiguità”

“La grande disponibilità di denaro pubblico che sarà a disposizione di chi governerà la città nei prossimi cinque anni – sottolinea il candidato sindaco dell’area progressista – sta già dando origine a profonde ambiguità”.

“Io rifiuto il voto e gli appoggi di chi ha o ha avuto a che fare con la mafia. Su questo non possono esserci zone grigie o si è contro o si è complici. Chi sottovaluta o minimizza insofferente questa questione lo fa o perché impreparato o perché non vuole rinunciare a qualche manciata di voti. Faccio mia una frase di Martin Luther King: ‘Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti’”.

Lagalla “Impegno antimafia presupposto ineludibile”

Roberto Lagalla, candidato a sindaco di Palermo, interviene: “Comprendo e apprezzo lo spirito che anima la dichiarazione della professoressa Maria Falcone. Con me i mafiosi e i loro complici rimarranno fuori dal governo della città. Difenderò sempre il percorso etico e morale di redenzione e riscatto che la nostra città ha attraversato negli ultimi trent’anni. Ma più che le parole e le abiure, vale la mia storia personale e il progetto per il futuro di Palermo. L’impegno antimafia è un presupposto ineludibile non un quid pluris, da dover rivendicare, sfoggiandolo alla bisogna o a richiesta. Lo onorerò con i comportamenti e le idee. In memoria dei nostri martiri, ma ancor prima per il futuro dei nostri figli”.

“Lotta alla mafia ha bisogno di salto di qualità”

Lagalla prosegue: “La lotta alla mafia ha bisogno di un salto di qualità. Grazie alle intuizioni del giudice Giovanni Falcone, magistratura e forze di polizia hanno sviluppato un’attività repressiva intensa e stabile che ha decimato l’ala militare di Cosa nostra. Ma se la mafia non spara, non significa che è sconfitta. Anzi, dobbiamo evitare il rischio che ritorni alla sua tradizione secolare, a operare silenziosa nella società, dedicandosi ai traffici criminali e all’accaparramento di denaro pubblico. Ecco che occorre avere la vista più lunga e anticipare le loro mosse. La mafia si combatte e sconfigge soprattutto con i fatti e non con strampalate teorie complottiste. Sono immune da qualsivoglia ingerenza o influenza estranea alla legalità”.

Ed ancora: “Ricordiamo che il sistema politico prodotto dal professionismo dell’antimafia, come quello del governo Crocetta, è attualmente alla sbarra. Ci ispiriamo alle parole pronunciate l’anno scorso da Fiammetta Borsellino, quando ha avuto modo di affermare che “l’antimafia non può non essere disinteressata, non può mirare al potere e non può diventare essa stessa potere. Quando l’antimafia diventa potere il suo campo di azione viene fortemente vincolato e circoscritto e questo non deve assolutamente accadere”.

Conclude Lagalla: “Il Comune può diventare un presidio di controllo e monitoraggio con il buon governo e la consapevolezza che le infiltrazioni mafiose sono tanto più pericolose quanto più sono sottili e invisibili, avvalendosi anche della corruzione. Sfidiamoci su questi contenuti, allora, per spiegare ai cittadini chi tra noi candidati ha la ricetta migliore. Io sono pronto”.

Barbera, “Sì ad appello Maria Falcone e Centro La Torre”

“Accolgo senza alcuna esitazione l’invito che il Centro Studi Pio La Torre e la professoressa Maria Falcone hanno rivolto ai candidati Sindaco alle prossime elezioni amministrative. Il mio percorso e il mio passato dimostrano la distanza non solo dalla mafia ma anche da ogni forma di corruzione e clientelismo. Questo vale non solo per la mia figura di candidata a Sindaca ma anche per tutti i candidati delle due liste civiche, che non contengono né indagati né ‘chiacchierati’ e che hanno visto nella mia candidatura la trasparenza, l’onestà e la determinazione necessaria per poter amministrare Palermo con la garanzia che nessuno verrà ‘a presentare il conto’ di favori, intercessioni e connivenze. Mi auguro che tutte le palermitane e i palermitani abbiano finalmente compreso che è questa l’unica strada che porta Palermo a porre le basi per fare parte, a pieno titolo, di un contesto internazionale”. Così in una nota la candidata sindaca di Palermo ed ex direttrice del carcere Ucciardone Rita Barbera.

Articoli correlati