La grande sfida delle società partecipate al Comune di Palermo. Ne è convinto in primis il candidato sindaco Franco Miceli, consapevole che il prossimo sindaco, qualunque esso sia, dovrà anzitutto affrontare questa tra le grane più impellenti. Il risanamento del bilancio, con un Comune sull’orlo del crack finanziario, dovrà passare da questi organismi che oggi rappresentano una fetta importante delle risorse finanziarie della manovra economica di palazzo delle aquile. In visita alla Confcommercio di Palermo, Miceli ha affrontato questo tema scottante e non solo.

“Qui si gioca il futuro”

“Sul tema delle partecipate si gioca il futuro della città, il benessere dei cittadini e la qualità dei servizi a loro rivolti – ha detto Miceli -. Abbiamo già un quadro delle aziende e in tutta sincerità oggi le tinte fosche prevalgono sulle luci, è chiaro che alcune partecipate funzionano meglio di altre. Io, contrario alle impostazioni ideologiche che vedono in contrapposizione il pubblico e il privato, mi propongo di fare una grande revisione e ristrutturazione dei ruoli e dei compiti perché vengano distribuiti tenendo in equilibrio costi e benefici, minori costi in equilibrio con la maggiore qualità, e sarà necessario dare spazio sia al pubblico che al privato. Il primo compito del sindaco è quello di garantire la qualità dei servizi ai cittadini”.

“Partecipazione, va cambiato il modello di governo”

Poi si è soffermato su un altro tema, quello della cosiddetta partecipazione alla cosa pubblica. “Chi parla di partecipazione senza capire che si tratta di un modello di governo ben preciso sta abusando di una parola per trasformarla in slogan senza capirne il significato – ha precisato il candidato del centrosinistra -. Il modello partecipativo è un metodo di governo che necessita di tecniche precise perché consenta realmente di costruire grandi progetti nell’interesse collettivo attraverso la co-progettazione: non sono tavoli tecnici che si convocano sporadicamente ma una interlocuzione permanente con gli attori dei diversi settori, propedeutica all’attivazione di processi dopo aver operato, insieme scelte che guardano solo agli interessi della città. Dalla cultura all’imprenditoria, dallo sport al terzo settore, il modello partecipativo è l’ingresso degli esponenti dei diversi mondi direttamente nel meccanismo più interno della macchina comunale”.

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