Ha rischiato il linciaggio da parte di alcuni passanti

Orrore a Palermo, cane bruciato vivo, denunciato un uomo

Avrebbe bruciato un cane vivo dopo averlo attaccato a un palo delle indicazioni stradali, in via delle Croci a Palermo. E’ accaduto dirimpetto alla chiesa di Santa Maria del Monserrato, a pochi metri da un ingresso del Giardino Inglese. L’allarme è scattato attorno alle 21.30 di ieri sera, quando passanti e residenti hanno visto l’animale avvolto dalle fiamme e hanno chiamato la polizia. Un uomo identificato come l’autore e denunciato.

L’autore dello spregevole gesto

Ad appiccare il fuoco sarebbe stato un uomo che dalla vigilia di Natale avrebbe occupato abusivamente lo spazio che un tempo fu l’ingresso di Villa Deliella. L’area era stata destinata successivamente a un parcheggio e un lavaggio. Ma da anni è in abbandono nonostante un progetto di riqualificazione per la costruzione di un museo del liberty.

Intervento della polizia per evitare linciaggio

È intervenuta la polizia, che ha portato via l’uomo dopo che in strada si era formata una folla di persone inferocite. L’animale, un pitbull che sarebbe regolarmente microchippato, è stato preso in cura da una clinica veterinaria. Verserebbe in gravi condizioni per le ustioni riportate. L’uomo è stato bloccato dagli agenti di polizia e portato in questura. Nel tragitto ha aggredito i poliziotti e danneggiato la volante.

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La presenza dell’uomo all’interno della struttura era stata segnalata dai residenti alla vigilia di Natale dopo che lo stesso aveva bruciato sterpaglie in piena notte.

I casi inquietanti nel Palermitano

Nella scorsa primavera ci furono ben due casi di cani bruciati a Marineo, in provincia di Palermo. La denuncia arrivò dalla responsabile regionale dell’ufficio garante dei diritti degli animali Laura Girgenti. In via Corleone, non distante dalla casa di una delle referenti dell’organizzazione, qualcuno portò un cane ha messo sopra della legna e ha appiccò il fuoco. Laura Girgenti chiamò i carabinieri di Marineo per presentare denuncia. All’epoca la stessa Girgenti parò dell’ipotesi che si fosse di fronte ad un atto intimidatorio. Addirittura fu detto che vi era l’idea su chi potesse essere stato.

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