Nicola Gratteri diventerà cittadino onorario di Capaci, comune del Palermitano. Così è stato deciso dal sindaco Pietro Puccio e dalla sua amministrazione comunale che conferirà la cittadinanza onoraria nel corso di una cerimonia pubblica il prossimo 15 luglio al procuratore della Repubblica di Catanzaro. La decisione per il suo impegno nella lotta alle mafie e nel rispetto della fedeltà alle istituzioni, messa avanti anche alla propria vita.

La cerimonia

La cerimonia si terrà alle ore 19 in piazza Antonino Cataldo dove l’amministrazione comunale incontrerà con il pubblico presente Nicola Gratteri a cui verrà conferita la cittadinanza onoraria. Il magistrato, che da oltre 30 anni vive sotto scorta, ha trascorso la sua vita nel contrasto alla malavita organizzata, a tutte le mafie, in particolare alla ‘ndrangheta. “Notevole – commenta il sindaco Pietro Puccio – è anche il suo impegno in ambito sociale che lo vede da sempre in giro per l’Italia, ad incontrare gli studenti, con cui ama confrontarsi ed a cui tenta di inculcare i valori della moralità, dell’etica pubblica, del rispetto delle regole, della convivenza civile”.

Una pagina di storia di Capaci

Secondo il primo cittadino Capaci segnerà un importante tappa della sua storia: “Sarà certamente un avvenimento indimenticabile – aggiunge Puccio -, una pagina di storia indelebile per la nostra comunità, cui rivolgiamo l’invito a partecipare numerosi all’incontro, che cade alcuni giorni prima della ricorrenza del 30° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita Paolo Borsellino ed i ragazzi della sua scorta”.

La posizione di Gratteri

Nicola Gratteri ha sempre avuto una fortissima presa di posizione contro la criminalità organizzata, esponendosi in maniera evidente. Recentemente ha anche sostenuto l’indebolimento della politica a vantaggio delle mafie: “Negli ultimi 20 anni – è la sua tesi – la politica si è indebolita tantissimo, e questo indebolimento ha avvantaggiato le mafie, la ‘ndrangheta, perché ha occupato gli spazi dal punto di vista dell’interlocuzione sociale lasciati dalla politica. Mediamente un politico è presente sul territorio sei, sette mesi prima delle elezioni, poi magari il giorno dopo che si vota cambia pure numero di telefono. Mentre il capomafia è presente sul territorio 365 giorni l’anno, dà risposte sbagliate, truccate e drogate di sottosviluppo, dipendenza e schiavismo, ma dà risposte in aree dove la disoccupazione tocca anche il 50%. È la disperazione che porta a rivolgersi alla ‘ndrangheta”.

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