Scatta l’ennesima protesta in Sicilia per le condizioni di insicurezza delle carceri. Dalla carenza di personale alle continue aggressioni, passando anche per il diffuso fenomeno dello spaccio anche all’interno dei penitenziari. A scendere in strada questa mattina il sindacato del Consipe, la confederazione sindacati penitenziari. Al loro fianco decine e decine di agenti provenienti da ogni parte della Sicilia. Tutti davanti al provveditorato regionale per la Sicilia delle carceri, in viale Regione Siciliana.
Le rivendicazioni
Le rivendicazioni in buona sostanza sono sempre le stesse per cui anche tante altre sigle da tempo si battono. Anzitutto la carenza di organico da cui poi discendono una serie di conseguenze legate alla sicurezza. Turni impossibili di lavoro, continue aggressioni, fenomeno dilagante dello spaccio anche nelle carceri.
I presidi a Palermo
Ieri era stata la volta invece di un altro sindacato, il Sinappe. Gli agenti hanno simbolicamente presidiato all’esterno le carceri Pagliarelli e Ucciardone. “La polizia penitenziaria – era stato evidenziato dal Sinappe in una nota – per garantire la sicurezza nelle carceri e l’ordine pubblico ogni giorno rischia sempre di più. Si continua imperterriti a diminuire gli organici, gli stanziamenti e si pretende di aprire nuove strutture penitenziarie. Mentre si costringono i lavoratori ad operare in condizioni di pericolo per la propria vita con l’apertura delle celle. Tutto ciò in presenza di migliaia di detenuti che oziano in spazi non conformi. Si forzano i poliziotti ad espletare lo spostamento dei detenuti in furgoni obsoleti, con scorte esigue mettendo a repentaglio la sicurezza propria e quella pubblica”.
Lo stato di agitazione
Il mese scorso i sindacati Cnpp, Sappe, Uspp, Osapp Cisl, Uil e Cgil hanno proclamato lo stato di agitazione nel carcere Di Bona ex Ucciardone a Palermo. I sindacati da tempo chiedono interventi risolutivi da parte del provveditore e di una urgente convocazione. Incontro che non arriva nonostante lo stato di agitazione e i tanti problemi sollevati dai dipendenti e le forme di protesta come l’astensione dalla mensa ordinaria di servizio.
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