Caro carburante in Sicilia. La Regione è in pressing sullo Stato per ottenere parte delle accise generate dalla raffinazione petrolifera. In Sicilia viene raffinato il 50 per cento della produzione petrolifera nazionale. E’ una partita che vale 9 miliardi l’anno. Se il governo regionale riuscisse a far valere le sue ragioni, le risorse ottenute potrebbero essere destinate in parte a ridurre il costo dei carburanti in Sicilia, in parte per coprire le spese del sistema sanitario.
Caro carburante, cosa sono le accise?
Ma cosa sono le accise? Si tratte di quelle imposte indirette che vengono applicate sulla fabbricazione o sulla vendita di particolari categorie di beni (per es., gli spiriti, gli zuccheri e i prodotti petroliferi) in base alla quantità e non al valore. A Casa Minutella, l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha spiegato cosa è stato fatto e quali saranno le prossime mosse del governo regionale. “Noi raffiniamo il 50 per cento ma non ci resta niente”, è l’amara constatazione del vicepresidente regionale.
In Sicilia si raffina il 50 per cento della produzione petrolifera nazionale
All’orizzonte, però, ci potrebbero essere degli sviluppi. “Grazie all’accordo stipulato il 18 dicembre dell’anno scorso, abbiamo ottenuto l’apertura di un tavolo di trattative sulle accise al Ministero dell’Economia. E’ la prima volta che lo Stato accetta di sedersi con la Sicilia per affrontare questo tema. Il nostro obiettivo è prevedere un progressivo riparto delle accise tra Stato e Regione”, racconta Armao. Ecco come potrebbero essere utilizzate quelle risorse, a giudizio di Armao: “Nel momento in cui le accise saranno nella disponibilità della Regione siciliana, dovranno essere orientate sia per ridurre il costo sanitario, sia per ridurre il costo dei carburanti per i siciliani”.
In Sicilia il costo della benzina è alle stelle
tra la Questa battaglia, in realtà, dura da decenni. Siamo di fronte a un paradosso: i prezzi alla pompa in Sicilia sono tra i più alti d’Italia, nonostante in Sicilia venga raffinato quasi il 50 per cento del prodotto petrolifero nazionale. “L’imposizione fiscale generata da questa raffinazione non resta in Sicilia”, ha spiegato Armao. Il perché è presto spiegato: la normativa europea prevede che le accise vengano pagate nel momento in cui si fa l’ultimo passaggio del prodotto petrolifero. In pratica quando si fa rifornimento al distributore. E’ in quel momento esatto che si paga l’accisa.
In pratica, se il petrolio viene raffinato a Priolo ma la benzina prodotta viene utilizzata a Venezia, l’accisa matura a Venezia”. Neppure lo Statuto regionale viene in soccorso. “Purtroppo, quando lo Statuto fu scritto non contemplava alcuna previsione sulle accise”. A giudizio di Armao – che per un attimo riveste i panni del dotto giurista – è anche comprensibile: “al tempo non c’erano ancora le raffinerie in Sicilia e tantomeno s’era trovato il petrolio”.
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