Giornate di agitazione a Palermo e nel paese di Altofonte contro crisi e carovita. In questi giorni lavoratori, disoccupati e commercianti hanno bruciato in piazza le bollette della luce e del gas, in protesta contro i rincari.

Nel quartiere della Zisa, disoccupati e lavoratori precari hanno manifestato la difficoltà di far fronte agli aumenti in bolletta e in generale agli aumenti relativi ai beni di prima necessità. “Oggi c’è chi fa i soldi sulle nostre spalle – afferma un gruppo di disoccupati – è una situazione insopportabile”.

Tra loro c’è chi percepisce il reddito di cittadinanza e chi invece la pensione sociale. “Questo bimestre 490 euro di luce! – afferma uno dei pensionati – non bastano più 900 euro al mese. Devo anche sostenere affitto, utenze idriche e riuscire a fare la spesa”.

Falò contro il carovita all’Olivella

Anche nei pressi del quartiere Olivella, è stato organizzato oggi pomeriggio un ‘’falò contro il carovita’’, sintomo che il fenomeno dell’inflazione sta davvero colpendo le tasche dei cittadini. “Quello che doveva essere un fenomeno temporaneo legato alla ripresa dei consumi dopo la pandemia, si è trasformato in una inflazione strutturale come non si vedeva da anni”.

Le richieste di chi protesta

Attraverso queste azioni, lanciando un messaggio chiaro alle istituzioni – Noi non paghiamo – i partecipanti alle proteste chiedono a gran voce che all’aumento del costo della vita corrisponda quantomeno un incremento dei salari.

Dalla pandemia alla guerra internazionale, a farne le spese sembra proprio che siano le fasce più deboli della popolazione. All’incremento del costo dell’energia si aggiungono gli aumenti – in atto già da anni – su tasse, affitti, trasporti, costi per cure mediche. Contemporaneamente continuano a diminuire gli stipendi. Secondo l’Eurostat, infatti, l’Italia è fanalino di coda dell’Unione europea: l’unico paese in cui i salari annuali medi sono diminuiti, precisamente del 2,9%.

Attività in crisi protestano ad Altofonte

Piccole aziende e attività a conduzione familiare come panifici, bar, e negozi di vendita al dettaglio, chiudono per sempre i battenti. Ad Altofonte – in provincia di Palermo – diverse attività si sono fermate per manifestare il loro dissenso verso la nuova crisi che si sta abbattendo sui commercianti. Si tratta di panettieri, operatori della ristorazione, gestori di piccoli supermercati.  Anche loro, dunque, si sono riuniti per strappare e bruciare le bollette, non solo quelle domestiche, ma soprattutto quelle relative alle rispettive attività, in questo momento a rischio chiusura.

Queste mobilitazioni si inseriscono tra le tante iniziative di protesta che stanno prendendo vita nel territorio siciliano sul tema dei rincari e del costo della vita.