Poveri pendolari siciliani che oltre al caro vita devono fare i conti anche con il caro voli che si ripresenta anche per Pasqua. Un problema che si va a sovrapporre ai già eccessivi rincari che stanno pesando come un macigno sulle spalle dei siciliani. Quindi non si devono fare i conti soltanto con il carrello della spesa ma anche con i trasporti. E per un’Isola, come la Sicilia terra di emigrazione, i trasporti sono vitali.

Le simulazioni

Nei giorni festivi per questa prossima Pasqua è una vera stangata di caro voli. Facendo una simulazione le mete italiane del nord e del centro, Milano, Roma o Torino, possono costare sino a 400 euro. Costi che sono collegati proprio a chi decide di viaggiare nei giorni antecedenti e precedenti la Pasqua, quindi a cavallo tra il venerdì santo e la Pasquetta. Questi sono i giorni in cui i pendolari, cioè chi studia o lavora al nord, utilizzerà per fare ritorno in Sicilia. Ovviamente con costi del genere tutto si fa più proibitivo.

Alla vigilia di Natale questione già alla ribalta

Una storia che in realtà si ripete. Perché la questione era stata già posta alla vigilia dello scorso Natale. Era stati lo stesso presidente della Regione, Renato Schifani, a tuonare contro le compagnie per quella che appare una speculazione sulle spalle dei siciliani. O comunque in generale di chi di questi trasporti ne ha necessità. A Natale venne fuori che un volo da Bologna a Palermo costava almeno 300 euro, uno da Milano a Palermo 400 euro, 300 da Torino, addirittura 500 se si partiva da Roma.

Nasce un fondo per i residenti di Sicilia e Sardegna

Per promuovere le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità è istituito al Mit, ministero dei Trasporti, un apposito fondo. Serve per garantire un “completo ed efficace sistema di collegamenti aerei da e per la Sicilia e da e per la Sardegna” con una dotazione di 2 milioni per il 2023 e 4 milioni dal 2024. Era previsto in un emendamento riformulato alla manovra approvato dalla commissione Bilancio della Camera. Le disposizioni si applicano ai cittadini residenti nelle regioni Sicilia e Sardegna. La dotazione del fondo è stata corretta poi rispetto a quanto scritto nell’emendamento: si tratta di 5 milioni per il 2023 e 15 milioni dal 2024.

Piccolo sforzo legato all’insularità

Si tratta, in realtà, solo di un piccolo sforzo che viene legato alla condizione di insularità inserita, ormai, in costituzione. Da comprendere resta l’uso che verrà fatto di questo fondo e soprattutto l’efficacia nel contenimento dei costi del trasporto aereo da e per le isole.

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