Sospensione revocata per due professioniste indagate nell’inchiesta Relax sui presunti maltrattamenti e torture contro 23 pazienti disabili della struttura “Suor Rosina La Grua” di Castelbuono.
Il tribunale del Riesame ha riaccolto i ricorsi i dell’educatrice Sara Raimondo (difesa dall’avvocato Salvatore Marandano) e della fisioterapista Fiorenza Sottile (assistita dall’avvocato Pietro Minutella). Per entrambe il Gip di Termini Imerese, un mese fa, aveva invece disposto la sospensione dall’attività professionale per un anno.
Gli avvocati delle professioniste “Le due indagate del tutto estranee alle violenze”
Ancora non si conoscono le motivazioni dei provvedimenti. Tuttavia, gli avvocati hanno sostenuto che le due indagate fossero del tutto estranee alle terribili violenze patite dagli ospiti che – come avevano documentato i filmati della guardia di finanza – spesso sarebbero stati rinchiusi per ore, senza cibo e senz’acqua, nonché costretti persino a fare i loro bisogni per terra, nella così detta “Stanza Relax”.
La difesa di Raimondo ha affermato che su circa 400 episodi di questo tipo, l’indagata avrebbe preso parte soltanto ad una decina e che in tutte le circostanze avrebbe rispettato i protocolli e lasciato all’interno della stanza i pazienti che accudiva soltanto per pochi minuti. In nessun caso, inoltre – sempre secondo l’avvocato – l’educatrice sarebbe stata ripresa mentre insultava, picchiava e umiliava i disabili.
Il legale della fisioterapista, invece, ha rimarcato che l’indagata avrebbe lavorato ad un altro piano della struttura e che sarebbe stata a contatto con le presunte vittime soltanto per i brevi intervalli in cui questi facevano appunto fisioterapia. Né Raimondo né Sottile, infine, sarebbero mai rimaste di notte alla “Suor Rosina La Grua”.
Lo scorso 17 dicembre gli arresti
Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Termini Imerese guidata da Ambrogio Cartosio, non avevano esitato a parlare di “lager” ed avevano documentato un quadro raccapricciante che, come aveva scritto il gip Angela Lo Piparo, “lascia senza fiato”, dove “ogni più elementare diritto è violato con inusitata freddezza ed un’impietosa indifferenza”.
Il 17 dicembre erano quindi scattati 17 arresti ed era emerso che, oltre a picchiare ed umiliare i pazienti, peraltro soggetti estremamente deboli, gli indagati avrebbero anche lasciato che alcuni di loro abusassero sessualmente di una delle ragazze ospiti della struttura.
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