• I legali presenteranno ingiunzione affinché il bene rientri in possesso di Badalamenti
  • Nel frattempo, il casolare è stato ristrutturato con fondi europei
  • Da alcuni mesi è in uso a Casa Memoria Felicia Impastato

Dopo la scarcerazione di Leonardo Badalamenti, figlio del boss mafioso Gaetano Badalamenti, arrestato lo scorso anno dopo una condanna per stupefacenti all’estero, e la mancata estradizione in Brasile, i legali della famiglia puntano al casolare in contrada Napoli, confiscato ed assegnato al Comune di Cinisi. Gli avvocati presenteranno un’ingiunzione affinché il bene rientri in possesso di Badalamenti.

Lo si apprende da una nota di Casa Memoria Felicia Peppino Impasto. “Abbiamo appreso che Leonardo Badalamenti, figlio di don Tano, è tornato in libertà, perché la seconda sezione penale della Corte d’Appello ha accolto il ricorso dei suoi legali contro la richiesta di estradizione in Brasile. I suoi legali hanno fatto sapere che a breve presenteranno un’ingiunzione affinché rientri in possesso del bene di contrada Napoli, confiscato, assegnato al Comune di Cinisi, ristrutturato con fondi europei ottenuti attraverso il GAL Castellammare del Golfo e dato da alcuni mesi in uso a Casa Memoria Felicia Peppino Impastato”.

La nota continua: “Abbiamo accettato la richiesta del Comune di Cinisi di gestire questo bene confiscato per usarlo per fini sociali e legati allo sviluppo del territorio e continueremo a mantenere questo impegno, per dare un forte segnale alla collettività contro i metodi mafiosi e la sopraffazione”.

Badalamenti aveva denunciato sindaco di Cinisi

Nei mesi scorsi, Leonardo Badalamenti aveva denunciato il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, ma questa venne archiviata dalla procura della repubblica.

Il primo cittadino del comune, alla fine di luglio della scorsa estate, aveva avuto uno scontro verbale con Badalamenti, figlio del boss Gaetano che, sulla base di un preteso provvedimento giudiziario, aveva forzato le porte di un casolare confiscato alla mafia ed appartenuto al padre. Successivamente, Leonardo Badalamenti, pur essendo latitante per un ordine di carcerazione internazionale emesso dalla Procura di San Paolo del Brasile, aveva denunciato il sindaco di Cinisi.

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