• Ospiti di Casa Minutella gli europarlamentari Dino Giarrusso e Giuseppe Milazzo.
  • Opinioni divergenti tra i due su come l’Unione Europea vede l’Italia.
  • Milazzo ha poi fatto il nome di Riccardo Savona come candidato del centrodestra per Palermo.

A Casa Minutella, il talk show condotto da Massimo Minutella su BlogSicilia.it, si è parlato di politica europea (ma non solo) con gli europarlamentari siciliani Dino Giarrusso (MoVimento 5 Stelle) e Giuseppe Milazzo (Forza Italia).

POLITICA EUROPEA

Giarrusso ha affermato: «In Europa c’è stata una grandissima stima per Giuseppe Conte e per il suo ultimo Governo. Quindi, c’è stato un grande stupore per la scelta di Matteo Renzi di fare cadere l’esecutivo che stava lavorando bene. Nel resto dell’Europa, è giusto ricordarlo, la stabilità è considerata un valore e qualcuno che fa cadere un governo in piena pandemia, in qualsiasi altro Paese, sarebbe politicamente distrutto. È stata una mossa azzardata. Ma c’è, al contempo, un quieta soddisfazione da parte di altri osservatori europei perché è nato un altro governo e non si è andati a votare».

Milazzo, però, non è stato d’accordo con l’analisi del collega: «L’Italia è il Paese più disastrato nell’Unione Europea e non viene mai ricordato e bisogna rimarcare il ruolo del Partito Popolare Europeo nelle risorse concesse all’Italia. Conte è andato a casa perché la stessa mggioranza lo ha voluto, impantando il Paese per tre mesi. E Draghi? Non farà bene perché si chiama Draghi».

Ma Giarrusso ha ricordato che Ursula von der Leyen è stata eletta anche grazie «ai tanti franchi tiratori e i 14 voti del M5S sono stati decisivi, visto che è stata eletta con 9 voti di scarto. Inoltre, i governi della Polonia e dell’Ungheria, guidati da gente del PPE, hanno lottato per non dare i soldi all’Italia. È stato grazie alla diplomazia italiana, rappresentata da Conte, che abbiamo avuto quei soldi».

Milazzo, però, ha rincarato poi la dose: «L’Europa ci critica perché noi abbiamo un sacco di risorse ma non vengono state. Gli Stati ci vedono come spreconi. Il nostro Recovery Plan, poi, fa ridere: il mio salumiere lo saprebbe fare meglio. Comunque sia, ora dobbiamo toglierci la ‘maglietta’ e stare in campo. Ieri, tra l’altro, il presidente Mario Draghi, nel chiedere la fiducia al Senato, ha chiarito che ci aarà la governance sulla cessione dei soldi».

CAOS NEL MOVIMENTO 5 STELLE

Dino Giarrusso ha affermato: «Se fossi stato in Parlamento avrei votato sì alla fiducia per via della decisione della piattaforma Rousseau. Mi sono sempre adeguato perché sono democratico. Come ha fatto Toninelli che ha votato sì ma con toni critici. Nel Governo Draghi, però, c’è poca rappresentanza del meridione».

Poi, a proposito dei 15 senatori espulsi dal M5S, Giarrusso ha detto: «Non commento le scelte disciplinari. Il M5S ha cambiato l’Italia in meglio ma lo ha fatto solo quando siamo siamo stati uniti. Nel momento in cui litighiamo perdiamo molta della nostra forza. È chiaro che, dopo il voto su Rousseau, chi ha votato diversamente ha indebolito il Movimento. Sono molto preoccupato della nostra tenuta. Se ci dividiamo, facciamo il gioco di Renzi, il cui obiettivo è spaccarci».

MILAZZO E LA POLITICA SICILIANA

Giuseppe Milazzo ha parlato sia del prossimo presidente della Regione Siciliana («Forza Italia può rivendicare la presidenza con noni quali Schifani, Prestigiacomo e Micciché, lottatore contro l’immobiliso della burocrazia)» che del prossimo sindaco di Palermo: «Vivo il territorio dal 1997. Tutti mi corteggiano: Fratelli d’Italia, Lega, Italia Viva, persino il MoVimento 5 Stelle. Ma io inseguo le idee e i progetti. Il prossimo sindaco? Gianfranco Miccché farà il nome di Riccardo Savona. Se il Centrodestra, però, non dovesse presentare un candidato unitario, prendo 40 ragazzini che sanno correre e faccio perdere tutti. Ci vuole un sindaco per Palermo».

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