Rimodulate le tre graduatorie collegate all’emergenza abitativa per l’assegnazione di una casa popolare dal Comune di Palermo. I numeri restano mostruosi di chi attende dal municipio l’assegnazione. Gli aventi diritto, distribuiti fra le tre graduatorie suddivise per caratteristiche dei nuclei familiari (reddito e minori a carico, ndr), sono oltre 2.500. Per l’esattezza 2.536 sulla base di quanto stilato dagli uffici proprio in queste ore in seguito all’ennesimo ricorso per l’assegnazione del punteggio nella graduatoria precedente.

La regolamentazione

La precedente graduatoria era stata varata lo scorso 3 ottobre dagli uffici dell’Area della cittadinanza, il settore cittadinanza solidale-servizio dignità dell’abitare. Si è fatto riferimento al regolamento degli interventi abitativi, adottato con deliberazione di consiglio comunale nel novembre del 2020. In particolare è stata accolta un’istanza in seguito a ricorso con nuova attribuzione di punteggio al rialzo.

Tema scottante e che riguarda diversi assessorati

L’argomento casa è di competenza di almeno cinque assessorati diversi, tra beni confiscati, qualità dello spazio pubblico e dell’abitare, housing sociale, emergenza abitativa e servizi demografici. Certamente anche per questo diventa un po’ più complicato sul piano burocratico poter procedere in maniera spedita. Ma non è, solo un problema di burocrazia: ci sono anche le occupazioni abusive, la mancanza di fondi per le manutenzioni, la possibilità di rendere liberi nuovi immobili e l’utilizzo dei beni confiscati. Problema non solo Palermitano. In Sicilia è in crescita il disagio abitativo e protestano i sindacati degli inquilini che hanno chiesto alla Regione e allo Stato misure di sostegno adeguate.

In Sicilia situazione allarmante

“In Sicilia – hanno scritto in un recente documento Sunia, Sicet e Uniat – la situazione è ancora più preoccupante sia perché la Regione non ha mai stanziato fondi propri sia perché negli anni si sono accumulati ritardi che hanno fatto si che non siano ancora stati messi a bando i fondi per il 2021e che siamo in attesa che siano erogati i contributi per il 2020”. La crisi economica e occupazionale, gli effetti della pandemia, la speculazione sulla produzione energetica che ha comportato l’aumento vertiginoso dei costi dell’energia aggravati dalla guerra in corso, la crescente inflazione, “hanno reso il costo della casa oltremodo oneroso. Un costo che continua a crescere a fronte di una perdita del potere d’acquisto dei redditi da lavoro e da pensione  e dalla crescita della popolazione nella fascia di povertà”.

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