Di seguito il post pubblicato su Facebook dai portavoce del MoVimento 5 Stelle Aldo Penna (Camera) e Ugo Forello (Comune di Palermo).

Se finora si poteva immaginare, con l’intuito del lettore di Sciascia, un’area grigia della mafia attorno a certi ambienti confindustriali siciliani, l’arresto di Montante e la mole di prove, che ha letteralmente svelato una rete di connivenze ai più alti livelli della burocrazia e degli apparati statali, l’ha resa plasticamente evidente.

Non più dunque una categoria sociologica o un pericolo paventato, ma un’organizzazione che ha fatto della raccolta di informazioni riservate ed attraverso una delle armi più potente, il ricatto, il suo metodo di poter influenzare le vicende politiche ed economiche regionali.

A noi, a questo punto, non resta che attendere fiduciosi gli esiti a cui perverranno i giudici di Caltanissetta. E, insieme a ciò, continuare a dimostrare, con i fatti, che lotta alla mafia è anche lotta senza quartiere contro chi usa l’antimafia come uno specchietto per le allodole o un passepartout per garantire i propri interessi, gettando discredito su chi davvero combatte la mafia e minando pericolosamente la credibilità di chi continua a mettere a rischio la propria incolumità, soprattutto proprio tra gli imprenditori e gli esercenti che coraggiosamente decidono di denunciare i tentativi di estorsione del pizzo. La vicenda Montante renderà più difficile agli imprenditori coraggiosi trovare uditori disponibili: mentre è proprio qui che l’impegno antimafia deve essere, con gli imprenditori, a tutelarli da attacchi e discrediti.