Il licenziamento dei 12 giornalisti del Giornale di Sicilia era stato bloccato grazie ad un accordo siglato che prevede la solidarietà per tutti i redattori.

Invece è scattata la cassa integrazione a zero ore per i corrispondenti del quotidiano palermitano fondato nel 1860 da Girolamo Ardizzone.

Così da lunedì i giornalisti del Giornale di Sicilia, contrattualizzati con gli articoli 2 e 12, saranno posti in cassa integrazione a zero ore.

Una decisione che dimostra come la crisi del giornale più antico della regione sia tutt’altro che superata. Una crisi anche nelle vendite che rischia di portare a nuove decisioni.

Pare che la stessa solidarietà sottoscritta per il primo anno per i redattori sia prevista molto più alta già dal secondo anno. Comunicazione questa che è arrivata al Cdr solo in questi giorni.

Intanto l’amarezza per quanti hanno dedicato anima e corpo in questi lungi anni. Come Gianfranco Criscenti, corrispondente da Trapani, che su sul profilo Facebook scrive. “Tra questi ci sono anch’io. La cosa più grave, tuttavia, non è questa – dice – la direzione del quotidiano, contrariamente al passato, in caso di querele che riguardano solo i cronisti (e non anche il condirettore responsabile) non assicura ai collaboratori un’assistenza legale.

Una condizione, questa, che mi ha spinto, nello scorso mese di settembre, a mettermi in aspettativa in attesa di un eventuale ripensamento dell’azienda sulla questione. Mi astengo da ogni commento. Il mio contratto risale al 1990”.

Anche Josè Trovato corrispondente da Enna non nasconde la sua profonda amararezza. “Da lunedì non scriverò più. Il giornale ha messo in cassa integrazione tutti e 16 i suoi corrispondenti contrattualizzati in Sicilia. Lo si sapeva da qualche giorno, ma la comunicazione formale è arrivata solo ieri. Per la prima volta da quindici anni a questa parte, da lunedì, non potrò raccontare la mia terra.
Ne approfitterò per giocare con mio figlio, leggere, riposare e scrivere dell’altro. Ancora non so come, ma sono fiducioso.
Questa situazione dovrebbe durare poco. E se così non fosse… allora per 24 mesi sarei pagato per non fare niente. Conosco persone che festeggerebbero per questo. Io un po’ ci sto male.
Ma resto un giornalista. Resto orgoglioso di esserlo e di esserlo sempre stato con la schiena dritta. Resto il segretario provinciale dell’Assostampa, incarico a cui mi dedicherò con maggiore tempo a disposizione.
Voglio mandare un abbraccio a tutti coloro che contavano sulla mia voce per raccontare le loro storie. Spero di poterlo fare di nuovo. Un abbraccio e un arrivederci infine a tutti i “miei” lettori del Giornale di Sicilia, che erano davvero tanti”.