A Palermo riaprono le catacombe dei Cappuccini a distanza di quasi due lunghi anni di chiusura a causa anche del Covid19. Lavori di manutenzione hanno richiesto un grande sacrificio ai frati e ai turisti delusi. La gestione è dei frati, ma con criteri più moderni per le visite e la manutenzione.

Un luogo di grande attrazione

Le catacombe dei cappuccini assurgono a Palermo a forte attrazione per la sacralità del luogo, e la storia che da cinquecento anni racconta di presenze religiose di alta spiritualità. Si tratta di un sacrario, dove ottomila cadaveri di frati e non, sono a testimoniare di un passato non polverizzato dal tempo. È possibile contemplare i segni di “sorella morte”, non con la paura ma con la compassione di chi vede persone che da lontano annunciano un verbo qualificante chi ne interiorizza il messaggio: “fummo come te!”

Straordinario stato conservazione

Lo stato di conservazione degli innumerevoli cadaveri esposti rendono il cimitero del convento dei frati cappuccini, conosciuto come le catacombe dei cappuccini di Palermo, uno dei luoghi più impressionanti da visitare al mondo, come sottolinea il sito internet ufficiale del luogo storico del capoluogo siciliano. Uno spettacolo macabro che mette in evidenza gli usi, i costumi e le tradizioni della società cittadina palermitana che visse dal XVII al XIX secolo.

Patrimonio unico

Un patrimonio culturale unico nel suo genere che in tanti secoli di storia ha attirato e affascinato curiosi da tutto il mondo, tra cui moltissimi intellettuali, poeti e scrittori come Alexandre Dumas, Mario Praz, Guy de Maupassant, Fanny Lewald e Carlo Levi. Un luogo talmente suggestivo cui non rimase insensibile neppure Ippolito Pindemonte che visitò le catacombe dei cappuccini il 2 novembre 1777 e le decantò nei versi dei suoi “Sepolcri”: “Morte li guarda e in tema par d’aver fallito i colpi”. La città grata e riconoscente all’illustre poeta, chiamò la strada che porta alla chiesa di Santa Maria della Pace, e quindi al cimitero, via Pindemonte.

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