I vetturini di Palermo tornano al centro delle polemiche. A lanciare l’allarme sulle condizioni in cui i cavalli si trovano a trainare i relativi calessi con sopra i turisti sono le associazioni animaliste. Gli attivisti ricordano quanto accaduto lo scorso anno, quando un equino si accasciò a terra e morì a causa delle fatiche.

A tal proposito, gli amici degli animali hanno scritto una lettera indirizzata al sindaco Roberto Lagalla e al comandante della polizia municipale, chiedendo l’emanazione di un’ordinanza d’urgenza. Ciò a causa delle alte temperature degli ultimi giorni. Iniziativa a cui si è affiancata anche una petizione online, sottoscritta già da più di 100 persone.

Cavalli al lavoro sotto il caldo: chiesta un’ordinanza d’urgenza

Una missiva sottoscritta dalle rappresentanti animaliste Ilenia Rimi (Un atto d’Amore ONLUS), Elisa Rizzo (ADA), Alessandra Musso (Lida Palermo), Francesca Cognato (SOS Primo Soccorso) e Giusy Caldo (volontaria animalista). Lettera nella quale le attive invocano un’ordinanza con carattere d’urgenza. Ciò alla luce delle condizioni climatiche in cui gli equini sono costretti a lavorare.

E’ necessario un provvedimento che nella stagione estiva, dal 15/06 al 15/09, vieti nella città di Palermo la circolazione di vetture a trazione animale a temperature di 25 gradi. Ciò dalle ore 11.00 alle ore 17.00, fino a quando non si sarà pronunciato il Centro di Referenza Nazionale sul Benessere degli animali. La suddetta richiesta assume carattere di urgenza. Questo poichè, sebbene ci ritroviamo al 27 giugno, le temperature risultano altissime. Fatto che mette a repentaglio la vita dei cavalli che circolano giornalmente a Palermo”.

I mancati risultati dell’ordinanza dello scorso anno

Gli animalisti rimproverano alle istituzioni comunali uno scarso impegno sulla questione. Ricordando l’ordinanza dello scorso anno, emessa dall’allora assessore Antonino Sala e dall’ex sindaco Leoluca Orlando, le attiviste dichiarano che “risultò del tutto fallimentare poichè priva di alcun fondamento tecnico scientifico. Evidenziò che alcun controllo venne predisposto in città e il monitoraggio del territorio fu a carico delle associazioni animaliste. Nonchè dei cittadini che andavano via via segnalando alla polizia municipale i trasgressori”.

“L’ordinanza – prosegue la lettera – agganciò il divieto di circolazione delle vetture trainate da animali unicamente al criterio del superamento di una soglia termica. Temperatura pari o superiore a 35 gradi centigradi sulla base dei dati forniti dalla Aeronautica Militare Italiana. La soglia termica individuata apparì assolutamente opinabile non tenendo conto dell’itinerario seguito dalle vetture; dalla quantita’ di smog nell’aria; dall’umidità relativa ambientale e, soprattutto, dal peso trainato. Ancora, un particolare sconcertante è dato dal fatto che l’ordinanza ebbe una validità di venti giorni“.

 

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