Italia a rischio terremoto e Sicilia in testa alle aree maggiormente esposte. E’ nata solo dopo la tragedia de L’Aquila nel 2009 anche se si parlava di una simile iniziativa da anni. Oggi esiste ma mancano ancora le conseguenti reazioni. E’ la mappa del rischio sismico in Italia, un paese chiaramente attraversato da varie faglie e che ha vissuto parecchi terremoti ma che sembra sempre impreparato quando arriva il successivo.

neanche a dirlo al centro di questa mappa del rischio terremoto c’è la Sicilia che, insieme alla calabria, è uno dei territori dove sono attesi i terremoti secondi gli esperti. La mappa è l’insieme di dati che definisce quanto il territorio in cui viviamo sia soggetto agli effetti dei terremoti. Prevalentemente, scrive nella relazione di apertura dello studio l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è un’analisi di tipo probabilistico che stima la probabilità di osservare un certo scuotimento del suolo in una data area durante un determinato periodo di tempo. Non ha quindi nulla a che fare con la previsione dei terremoti, che è un obiettivo ancora molto lontano dal poter essere raggiunto, ma fornisce i parametri in base ai quali progettare le nuove costruzioni o adeguare gli edifici esistenti.

Il percorso che ha portato a elaborare la mappa è iniziato nel 2002, in seguito al terremoto in Molise che provocò
il crollo di una scuola a San Giuliano di Puglia, con l’obiettivo di promuovere un processo di revisione di tutti gli
strumenti normativi in grado di contenere e ridurre gli effetti dei terremoti in Italia. Dopo le modifiche introdotte con due ordinanze, del 2003 3 del 2006, è stata definita la normativa sismica, ossia l’insieme di regole di costruzione che si applicano ai comuni classificati come sismici e alla zonizzazione sismica.

Solo alla fine del 2009, dopo il drammatico terremoto de L’Aquila, si è arrivati a un documento definitivo. Sulla base della mappa i terremoti più forti sono attesi lungo tutto l’Appennino centro-meridionale, con picchi in Calabria, Sicilia sud-orientale e Friuli Venezia Giulia. Valori moderati o bassi sono riferiti alla Penisola Salentina, lungo la
costa tirrenica tra Toscana e Lazio, in Liguria, in gran parte della Pianura Padana e lungo l’intero arco alpino.

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