La Polizia Di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo nei confronti di 20 persone che farebbero parte di un’associazione dedita al riciclaggio di autovetture rubate e alle estorsioni commesse con la tecnica criminale del cavallo di ritorno. Per sette sono stati disposti gli arresti in carcere, cinque ai domiciliari, tre obbligo di dimora, uno di presentazione alla pg e quattro indagati.

Il gruppo, con base operativa allo Sperone, sarebbe responsabile di un vasto giro di riciclaggio di auto rubate, alle quali sono stati alterati i dati dei telai mediante nuove punzonature effettuate illecitamente, riportandovi quelli di auto incidentate, quasi tutte inutilizzabili, acquistate per questi scopi.

Montando sulle auto rubate ripunzonate le targhe delle auto incidentate sono riusciti a “commercializzarle” dopo inesistenti collaudi cambiando, fraudolentemente, la destinazione d’uso da “autocarro” ad “autovettura”, attraverso la complicità di un infedele impiegato della motorizzazione civile di Palermo, di 60 anni, arrestato lo scorso 28 febbraio dalla Polizia Stradale. È stato anche possibile accertare come il gruppo si sia reso responsabile di varie estorsioni consumate in danno di proprietari di auto rubate, restituite dopo essere riusciti a riscuotere le somme di denaro estorte adottando la tecnica criminale denominata del “cavallo di ritorno”.

Gli indagati

Il gip ha disposto il carcere per  Roberto Presti, 28 anni, Mauro Macaluso, 21 anni, Francesco Mandalà, 21 anni, Maurizio Sammarco, 21 anni, Marcello Sirchia, 48 anni, Salvatore D’Arpa, 27 anni, Mirko Lo Iacono, 27 anni. Ai domiciliari invece Giuseppe Bambina, 62 anni, Roberto Piazza, 20 anni, Emanuele Macaluso, 43 anni, Dario Algeri, 29 anni e Luigi Costa, 59 anni. Obbligo di dimora nel comune di Palermo per: Maresco Samuele La Rosa, Giuseppe Di Franco e Alessio Comito. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Giuseppe Martino.

I furti e le estorsioni ricostruiti grazie alle intercettazioni

Nel corso delle indagini sono stati accertati 22 casi di riciclaggio di veicoli tra cui Fiat Panda, Fiat 500, Fiat Punto, Smart; Peugeot 107; microcar Ligier, autocarri Iveco. Tre casi di ricettazione individuati in depositi durante le indagini. Altre 14 estorsioni, per la restituzione di auto rubate, commesse con la tecnica del cavallo di ritorno per 8 Fiat 500; e 6 Lancia Y. Infine 8 furti di autovetture, di cui 4 Fiat 500; 2 Fiat Panda, 1 Lancia Y e 1 Jeep Renegade. Nel corso delle indagini sono stati eseguiti diversi sequestri e perquisizioni dove venivano nascosti i mezzi rubati, uno allo Sperone a Palermo e uno in provincia a Partinico. Le indagini sono partite a Giugno del 2022, quando dopo una Fiat Panda è stata “rinvenuta” dal proprietario qualche giorno dopo. Gli agenti del commissariato Brancaccio e la polizia scientifica trovava un impronta che apparteneva ad uno degli indagati. Si è partiti da lui per via via risalire a tutta l’organizzazione.
Nel frattempo si appurava che il predetto M.M. era in contatto con un pregiudicato, M.S. cl 1975, in passato indagato per avere fatto parte di un sodalizio dedito a questo tipo di traffici criminali e così si procedeva con approfondimenti investigativi sui diversi rinvenimenti di auto rubate avvenuti in quel periodo, tutti contraddistinti dalle medesime particolarità, ovvero le auto al momento della riconsegna si presentavano integre ad eccezione del danneggiamento delle serrature degli sportelli e dei quadri di accensione.

L’estorsione per il furto e la restituzione di una Fiat 500 alla vigilia di Natale

Grazie alle intercettazioni gli agenti di polizia sono riusciti a sapere del furto di un’auto avvenuto il 22 dicembre del 2022. Tre giovani hanno rubato una Fiat 500 e hanno contattato il proprietario. Due giorni dopo, dopo una veloce trattativa e consegna della somma di denaro di 500 euro, l’autovettura veniva portata in questa via Oreto e poi rinvenuta “casualmente” dal padre della proprietaria. Il 22 dicembre i tre si mettevano d’accordo per compiere il furto. “Oh, omissis…amuni che è tardi! Facciamo questo discorso!”, l’altro rispondeva “ No, aspettiamo a omissis….” e allora il primo aggiungeva “Si, lo sto prendendo ora. Si, l’ho capito…ma…per me l’orario buono è ora. Il tempo che arrivi là si fanno mezzanotte e la già dormono pure…pure i conigli dormono”. Il furto dell’auto veniva effettuato e i tre si mettevano d’accordo per estorcere il denaro al proprietario. Alle 18 della vigilia di Natale del 2022 uno dei tre indagati dopo avere concordato il tutto con un complice e, soprattutto con i proprietari dell’auto, diceva “…sto lasciando questa e vado a prendere subito quella. E gliela butto lì” e allora il secondo replicava dicendogli “E io sto andando a prendere sti soldi…sto andando a prendere”.

Le auto recuperate in fretta rubate ai mafiosi

In relazione a tre estorsioni commesse a seguito di altrettanti furti di autovetture è emerso l’interessamento di due noti mafiosi, uno della famiglia di Brancaccio e uno della famiglia di Villabate, mentre in relazione al furto di un’autovettura di proprietà della moglie di un detenuto mafioso è emerso come i componenti del gruppo criminale si siano impegnati per recuperare subito il veicolo.

Per quanto riguarda l’interessamento al mafioso di Brancaccio, relativo alla restituzione di un’autovettura rubata presso il Centro Commerciale Forum uno degli indagati diceva cl ad un complice che “dentro il Forum non vogliono che tocchino niente”.

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