“Nessuno ha fatto tanto quanto il governo Renzi per Termini Imerese: abbiamo ereditato una situazione difficile e la qualità dell’azione di questo governo è sotto gli occhi di tutti. Il 14 agosto del 2014, insieme al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, siamo venuti qui, quando c’era uno stabilimento Fiat completamente morto e con nessuna prospettiva. E proprio la scorsa settimana, invece, in occasione di una visita a Messina insieme al Vice Ministro alle Attività Produttive Teresa Bellanova, abbiamo comunicato lo sblocco di 22 milioni di euro di fondi Invitalia per l’acquisto dei macchinari necessari per l’avvio della produzione Blutec. Questo vuol dire che su uno stabilimento che era morto adesso abbiamo un investimento di 22 milioni attivo e sulla base del quale Blutec ha già avviato gli ordini di acquisto. L’investimento totale sarà di 75 milioni per lo stabilimento ex Fiat. Dei 750 dipendenti 90 sono già rientrati al lavoro, gli altri sono tutti in cassa integrazione e contiamo di portare in produzione tutti nei prossimi mesi”.

Lo ha detto il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone durante una visita al porto di Termini Imerese con Debora Serracchiani, Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia e vice segretario nazionale del Pd.

“Ma l’attività di questo governo – ha continuato Faraone, parlando del porto di Termini Imerese – non si è fermata e non si ferma allo stabilimento ex Fiat. Termini Imerese è una delle realtà più finanziate dal Patto per la Sicilia: ci sono 100 milioni di euro per il porto e il suo rilancio operativo e produttivo. Investimenti che stanno partendo proprio in questi giorni, in queste ore. Dunque, se qualcuno pensava di votare no per la mancata attenzione del governo nei confronti di Termini Imerese e della Sicilia, oggi può convintamente votare sì proprio in funzione di questa grande attenzione”.

La Serracchiani ha invece parlato di referendum e degli effetti che la riforma avrà sulle Regioni a Statuto Speciale: “È vero che la riforma costituzionale non si applica alle regioni a Statuto speciale – ha detto – però è anche vero che per la prima volta viene introdotto il termine ‘intesa’ che viene ‘costituzionalizzato’. È un fatto estremamente importante perché rafforza le nostre specialità, le nostre autonomie, le rende più moderne e ci permette di avere un rapporto con lo Stato in base al quale scrivere nell’intesa quali sono le competenze degli uni e degli altri e come utilizzare bene le risorse”. “Ovviamente – ha concluso – significa per molte regioni anche una assunzione di responsabilità e cioè utilizzare al meglio la specialità per rendere più competitivo anche il Paese, attraverso una specialità responsabile e utile”.