Circa 150 comuni siciliani rischiano il dissesto a causa della riduzione dei trasferimenti regionali (il 60% fra il 2011 e il 2017). Come se non bastasse,. in sede di redazione dei bilanci regionali e di assestamento vengono spesso operato nuovi tagli “in corso d’opera”.
E’ stato uno dei temi al centro della riunione della Commissione Bilancio dell’ars che negli ultimi due giorni ha ricevuto i rappresentati delle ASutonomie locali
“Esprimiamo soddisfazione per il positivo incontro con i componenti la Commissione Bilancio e Programmazione dell’ARS e ringraziamo il presidente Riccardo Savona, che ha dimostrato, così come i rappresentanti di tutti i Gruppi parlamentari, grande disponibilità ad affrontare le problematiche dei comuni siciliani” ha detto il residente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando.
“Ci auguriamo che, dopo questo primo incontro, nel corso del quale abbiamo depositato un documento programmatico sulle maggiori criticità che si trovano ad affontare i comuni siciliani, si possa proseguire concretamente passando dagli impegni e dagli annunci alle scelte concrete” ha aggiunto Orlando, che nell’audizione era accompagnato dal segretario generale Mario Emanuele Alvano e dai vicepresidenti Luca Cannata e Paolo Amenta.
“Riteniamo che il confonto con l’Assemblea Regionale Siciliana debba proseguire e riteniamo, pertanto, importante prevedere, prima dell’approvazione definitiva della Legge di Stabilità per il 2018, un ulteriore incontro”.
Ma il tema va ben oltre le dichiarazioni di intenti e riguarda anche due aspetti fondamentali: la disponibilità economica per i trasferimenti e il nuovo sistema di verifica e controllo sui conti comunalic he ha messo in difficoltà quasi la metàòd ei comuni dell’isola.
A rilanciare l’allarme in forma forse più forte rispetto alla stessa Anci il componente della Commissione Bilancio teno De Luca che presentato un pacchetto di proposte, condivise anche dal Movimento 5 Stelle, che costituiranno una serie di emendamenti alla Finanziaria.
“Innanzitutto – ha detto De Luca – è necessario sottrarre i Comuni alle incertezze, alle pressioni e alle oscillazioni del bilancio e della politica regionale, stabilendo per legge una volta per tutte una quota percentuale delle entrate regionali che saranno destinate ai Comuni. Questo renderà possibile una migliore e più realistica programmazione della spesa comunale e soprattutto eviterà che si ripetano le situazioni come quella del 2017, dove a seguito della riparazione effettuata a fine anno, la Regione ha comunicato ai comuni gli ulteriori tagli solo a dicembre, mandando a gambe all’aria i bilanci di molti comuni che chiuderanno in una situazione di sostanziale dissesto di cui non sono però responsabili”.
Anche sul tema dei tempi e le modalità dei trasferimenti De Luca avanza alcune proposte. “Occorre che le somme disponibili nel Fondo per le Autonomie Locali siano trasferire immediatamente ai Comuni, così come è necessario rivedere il sistema dei trasferimenti per le infrastrutture e per i programmi comunitari “che oggi avvengono in modo tale da obbligare i comuni ad anticipare quasi tutta o a volte tutta la somma necessaria, ricorrendo all’anticipazione di cassa e quindi costringendo ad un vero e proprio pizzo legalizzato pagato al sistema bancario”.
De Luca vuole introdurre anche forme di premialità, “favorire i comuni virtuosi per esempio sul fronte della differenziata, della tutela dell’ambiente o dei servizi sociali, stimolando qualità dei servizi resi ai cittadini.”
Per il parlamentare messinese di Sicilia Vera “la Regione oggi si pone quasi come un concorrente, un avversario degli enti locali, su cui riversa la propria incapacità di programmare e riorganizzare la spesa. In ultima analisi, tutto questo si ripercuote direttamente sui cittadini, vittime di tagli alla qualità e quantità dei servizi”.
“Occorre un impegno politico di livello istituzionale– conclude De Luca – un lavoro bipartisan che mi auguro sia condiviso dal Governo e tutte le forze politiche perché questa situazione colpisce indistintamente tutti i comuni grandi e piccoli e senza guardare al coloro politico delle Amministrazioni”.
I temi sono stati, quindi, posti dall’Anci anche al Presidente della Regione ed al governo “Chiediamo – ha detto Orlando a Musumeci – pur nella differenza dei ruoli e dei compiti, pari dignità istituzionale fra Comuni, Enti intermedi e Regione siciliana e riteniamo che sia necessario un nuovo metodo di confronto che possa portare ad una trasformazione nei rapporti con il sistema delle Autonomie locali. Esprimiamo soddisfazione sull’intenzione del Governo regionale di attuare il Consiglio delle Autonomie locali (CAL), così come previsto dalla Costituzione, anche al fine di improntare i rapporti fra Regione ed Enti locali su un confronto sistematico e non sulle varie emergenze, per avviare percorsi virtuosi di sviluppo del territorio”.
la delegazioen che ha incontrato il governo era più ampia rispetto a quella ascoltata in commissione. Si sono aggiunti i sindaci Calogero Firetto, Attilio Licciardi e Alessandro Plumeri.
“Rispetto ai complessivi trasferimenti finanziari ai comuni del 2017- ha informato Orlando – registriamo la disponibilità del Governo regionale a non operare tagli rispetto alla spesa ordinaria e l’impegno a prevedere le somme per investimenti così come richiesto dall’Anci nel documento programmatico illustrato e consegnato stamattina”.
“Esprimiamo, infine,soddisfazione – conclude Orlando – per la positiva svolta nel rapporto fra le Autonomie locali e il Governo della Regione siciliana e ci auguriamo che il dialogo apertosi possa divenire sempre più cotruttivo nel corso delle prossime settimane e dei prossimi mesi”.
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