La corsa alla Regione in Sicilia è ormai identificabile con il rebus Musumeci. La ricandidatura del presidente uscente sulla quale Giorgia Meloni vuole rassicurazioni è la ‘scusa’ ufficiale per il perdurare della spaccatura nel centrodestra con Matteo Salvini e Giorgia Meloni che restano ‘separati in casa’ anche di fronte a Berlusconi

Nulla di fatto nel primo incontro Meloni Salvini

Dopo quattro mesi di ‘messaggi a distanza’ tornano ad incontrarsi ‘faccia e faccia’ Salvini e Meloni. L’invito viene da Silvio Berlusconi che si veste del ruolo di mediatore ma alla fine l’incontro si chiude con un nulla di fatto. Anzi con perfino Berlusconi che esce irritato dal vertice.

Sicilia pomo della discordia

Il pomo della discordia resta la Sicilia. Raggiunto un accordo a denti stretti per le amministrative nell’isola, dal vertice esce un accordo anche sui ballottaggi eventuali anche la dove, in Italia, la coalizione va divisa come a Como e a Verona. Ma la discussione si interrompe quando Fratelli d’Italia chiede, come fatto in diverse altre occasioni, il via libera alla ricandidatura di Musumeci alla regione siciliana.

Il no di Salvini

“Sulla Sicilia decideranno i siciliani e lo faranno solo dopo le amministrative” ripete ormai in continuazione Matteo Salvini nei vertici così come nelle conferenze stampa improvvisate a Palermo. Al tavolo c’è anche chi, fra i denti, continua a dire “speriamo non ci si intestardisca su un candidato perdente”.

La battaglia dei sondaggi

Fra i partecipanti a quel vertice circolano sondaggi. Uno lo portano i leghisti. Solo il 25% dei siciliani sarebbe disposto a votare un secondo mandato per Musumeci. Ma Fratelli d’Italia di sondaggio ne ha un altro secondo il quale Musumeci resta il miglior candidato possibile nel centrodestra, il più riconoscibile

Il metodo

C’è, poi, la questione del metodo. Nella coalizione tutti restano contrari al ritorno al proporzionale voluto da Pd e 5 stelle ma meloni non intende andare avanti con le vecchie regole del Centrodestra. Per Berlusconi, invece, c’è un programma condiviso già firmato nel 2017, si tratta solo di aggiornarlo e andare avanti. Il clima non è sereno. Meloni vuole la leadership della coalizione e si sente frenata dagli alleati anche perchè l’asse Forza Italia – Lega esce confermato dall’incontro. Così in serata niente comunicato congiunto ma Fratelli d’Italia diffonde una propria nota sull’incontro secondo la quale non basta parlare di unità. Una nota che irrita Berlusconi

In Sicilia

Al vertice nazionale della coalizione mancavano i centristi. Una assenza che non sembra essere, però, al centro di ulteriori tensioni a livello nazionale. tensioni che, invece, potrebbero esserci in Sicilia. nella giunta Musumeci, infatti, a prescindere dalla candidatura, c’è aperto il tema della rappresentanza dopo le dimissioni di Roberto Lagalla che corre alla poltrona di sindaco di Palermo. E poi c’è la questione Toto Cordaro, indicato da un partito del quale non fa più parte. E ancora c’è la questione Alberto Samonà, assessore leghista nonostante le tensioni crescenti fra Musumeci e i salviniani. tutti temi che a tre settimane o poco più dalle amministrative possono far più danni di quanto sembri

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