Corsa a sindaco e regionali spaccano il centrodestra ma non solo in Sicilia, Il problema nella coalizione è ormai nazionale tanto che sono sei in Italia i punti di crisi fra grandi città e regioni.

Centrodestra spaccato

Centrodestra spaccato non solo in Sicilia, dunque, a dimostrazione del fatto che non è Musumeci a dividere ma la coalizione che ha problemi relazionali e politici interni.

Le città

Sono Catanzaro, Parma, Verona e Viterbo i grandi Comuni dove la coalizione va in frantumi o comunque corre pesantemente divisa. Intanto è iniziato il countdown, da domani partono i termini per presentare liste, simboli e candidati sindaco. A Palermo e Messina la situazione interna al centrodestra è in chiaroscuro anche se a Palermo la situazione è migliorata mentre a Messina la polemica è rovente. Nel capoluogo siciliano, almeno apparentemente, tutti sono riusciti a compattarsi sotto il nome dell’unico candidato Roberto Lagalla che però è alle prese con attacchi di tipo “etico” sulle sue scelte; nella città dello Stretto appare impossibile risanare la frattura e dunque saranno due i candidati a primo cittadino.

A Palermo

Nel capoluogo siciliano tutti uniti (o almeno così pare) sotto il vessillo di Roberto Lagalla, ex assessore regionale e rettore dell’università di Palermo, che però rivendica autonomia di movimento anche al di fuori delle logiche di partito. Diversi alleati hanno detto “sì” all’appoggio anche se a denti stretti, e questa non è certo una novità. Ad esempio Francesco Cascio, esponente di Forza Italia che si era lanciato come candidato sindaco, non ha negato che sulla sua scelta di ritirarsi abbai pesato la figura dell’ex senatore Marcello Dell’Utri. Sarà vicesindaco di Lagalla, in caso di vittoria, ma chiaramente non è lo stesso.

Le scelte etiche

E poi Lagalla deve soprattutto difendersi dagli attacchi che gli arrivano rispetto alle scelte di intruppare esponenti politici come Totò Cuffaro o lo stesso Dell’Utri, condannati in passato per mafia. “Non ne posso più di questi attacchi strumentali – replica Roberto Lagalla -, evidentemente non hanno argomenti seri. Nella mia vita non ho mai avuto a che fare con la mafia, e lo dice la mia storia personale e professionale”.

A Messina

Impossibile sanare la frattura invece a Messina dove il centrodestra è diviso tra Maurizio Croce e Federico Basile, quest’ultimo sponsorizzato dal primo cittadino dimissionario Cateno De Luca. Le ultime ore sono state teatro di una polemica feroce. Cateno De Luca ha attaccato Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia, sostenendo che fosse  stata scelta per un collegio blindato non per meriti politici. Dalla coalizione di Croce la replica tutt’altro che tenera con cui si bollano le dichiarazioni di De luca come “sessiste”.

L’ultima reazione è del commissario azzurro a Catania ed assessore regionale Marco Falcone “Esprimiamo totale solidarietà alla deputata Matilde Siracusano, nel mirino di una volgare aggressione dialettica a sfondo sessista da parte dell’ex sindaco di Messina De Luca. Non sarà certamente un bieca uscita ciecamente discriminatoria a oscurare i meriti e l’impegno che una donna e collega di partito di grande valore sta portando avanti nell’interesse della sua citta e della Sicilia. De Luca, purtroppo, ha dato sfogo a un’altra sua caratteristica sorprendente in negativo: una concezione medievale, becera, del ruolo della donna, lasciandosi andare ad affermazioni che non gli fanno onore”.

Nel resto d’Italia

Il centrodestra non riesce a trovare la quadra in numerosi altri grandi Comuni italiani. Da Verona a Parma, passando per Viterbo e Catanzaro: ovunque ci sono al momento almeno due candidati sindaco. Nel napoletano i problemi più grandi dal momento che solo a Nola la coalizione si presenta unita. A Catanzaro da una parte la candidata sindaco di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, dall’altra Valerio Donato con lega e Forza Italia; a Viterbo stessa cosa: Laura Allegrini corre con Fratelli d’Italia, dall’altra c’è l’uscente sindaco Claudio Ubertini; a Parma sempre Lega e Forza Italia insieme con Pietro Vignali contrapposti ai meloniani che appoggiano Priamo Bocchi. A Verona, infine, Lega e Fratelli d’Italia stanno insieme per tentare la riconferma a sindaco di Federico Sboarina, Forza Italia con Italia Viva corre con Flavio Tosi.

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