Questa maggioranza non riesce a stare insieme. Ci sono troppe diversità fra i partiti e manca il motivo dello stare insieme. Non si fanno riforme ma si va in aula solo per le finanziarie e mancando l’obiettivo comune emergono più le divergenze e le diversità di vedute fra i partiti che non i motivi dello stare insieme. C’è, poi, una evidente sproporzione fra il consenso reale dei partiti e le responsabilità di governo attribuite nella giunta regionale.
E’, in sintesi, l’analisi di Raffaele Lombardo. L’ex Presidente della Regione insiste nel richiedere un altro assessore nella giunta Schifani ma non soltanto. Punta ad una revisione dei posti di sottogoverno e dice senza mezzi termini che nelle elezioni provinciali di secondo livello si sono visti tradimenti che non possono passare inosservati e non devono ripetersi. C’è una maggioranza che fatica a stare insieme perché ci sono differenze forti fra i partiti e non c’è un luogo del confronto, non si fanno leggi all’Ars, non si lavora alle riforme e quindi non c’è un obiettivo comune, non c’è nulla che unisca e a vincere sono le diversità con un centrodestra che ha mostrato la sua spaccatura più di altri

Raffaele Lombardo negli studi di BlogSicilia
Le elezioni provinciali e la maggioranza uscita a pezzi
“Sono state elezioni anomale e mi auguro che non si ripetano più. Spero che la prossima volta si torni a votare direttamente il Presidente e i consiglieri provinciali perché la legge Delrio è una grande sciocchezza. E’ nata per risparmiare ma in realtà ha sprecato soldi visto che le risorse umane senza una guida sono state pagate per fare la metà di quel che avrebbero potuto fare”.
“La seconda considerazione riguarda l’anomalia di questa votazione perché si è scatenato sui consiglieri provinciali un gioco oserei dire pericoloso, una caccia all’uomo incredibile trattandosi di un corpo elettorale limitato e largamente composto da civici che non rispondono ad alcun partito. C’è, ancora, l’assurdità di un voto ponderato che, ad esempio, in provincia di Ragusa porta i consiglieri comunali della città capoluogo a valere circa 400 voti ponderati mentre i consiglieri di una cittadina piccola come Chiaramonte Gulfi valgono 1300 voti. È chiaro che quei consiglieri comunali sono stati oggetto di un corteggiamento veramente incredibile”.
Il centrodestra deve darsi una registrata
Dunque queste elezioni politicamente non significano nulla?
“Diciamolo con franchezza: un significato politico c’è stato ed è stato un significato politico preciso: non si è trovato nessun accordo nel centrodestra. Piaccia o non piaccia è emerso che ci sono delle differenziazioni importanti fra i partiti di questa coalizione del centrodestra. Una differenza che si è vista fortemente soprattutto tra partiti del centrodestra che stanno nella stessa coalizione nazionale e regionale. Una situazione che indica, senza mezzi termini che non si va d’accordo per amore, forse si va d’accordo e si sta seduti allo stesso tavolo per necessità o per convenienza perché non c’è una sintonia e quindi è necessario che ci sia una una registrata. Bisogna darsi una registrata e questo è compito del Presidente della Regione”.
Posti in giunta sproporzionati rispetto al consenso
“Io tra le ragioni per le quali registro il disagio all’interno della coalizione e quindi la differenza di vedute, penso ci sia una sproporzione tra il consenso ottenuto alle elezioni e le responsabilità che sono state attribuite in giunta regionale. Quel che è accaduto alle provinciali ricade sugli equilibri regionali perché non c’è dubbio che il livello in cui si è tentato di costruire un accordo è il livello regionale. E non ci si è riusciti”.
“Poi ci sono tante altre cose. In Assemblea si fanno poche leggi, praticamente si è fatta la finanziaria con la storia delle mance che è una storia assurda, ma non si fanno riforme. E se non si fanno riforme non si armonizza in una coalizione. E’ quello il processo che consente, o che costringe, la coalizione ad armonizzarsi cioè il processo legislativo. Se non c’è l’obiettivo comune della riforma x emergono, invece, le diversità di vedute”.
“Io credo che, ed è un discorso che facciamo da tempo, bisogna che ci assumiamo le nostre responsabilità noi per primi. Dobbiamo intestarsi alcune grandi riforme che poi devono essere oggetto di un confronto in Assemblea. E’ un problema di deputati, non di governo”.
“Il confronto, poi, determina la sintesi e su questo si trova l’armonia, sui grandi temi”.
Per dirla in parole spicce chiedete un assessore in più
“E’ così ed è dal primo momento che sottolineiamo questa cosa. Noi abbiamo avuto gli stessi identici consensi della Lega, un poco più dei consensi della DC eppure quei due partiti hanno due assessori ciascuno. Secondo me addirittura uno in più, tre, la Lega (il riferimento è al presunto rapporto fra l’assessore alla salute Daniela Faraoni e il deputato leghista Luca Sammartino, di cui MpA si dice certo da tempo ndr). Nello specifico noi siamo con un solo assessore. Questo perché abbiamo quattro deputati? Beh ne avevamo quattro deputati, ora ne vantiamo cinque e mezzo”.
E chi sarebbe il mezzo deputato?
“Il mezzo può essere qualche deputato che magari sta nel gruppo misto ma che abbiamo invitato ad aderire, a stare con noi (Miccichè? ndr)”.
Il tema del sottogoverno, le cose vanno aggiustate
“Ma c’è il tema degli enti commissariati che sono affidati ad amministratori politici ma che devono essere scelti, secondo me, in base ai curriculum. Diciamolo chiaramente tutti noi conosciamo questi curriculum, non c’è bisogno di esibirlo e farlo valutare, sappiamo è un amministratore valido, una persona seria e bisogna farlo valere”
Il manuale Cencelli è un criterio obiettivo
“Le cose vanno aggiustate. Non c’è niente di scandaloso, non c’è niente di male, è l’azione amministrativa. Ogni tanto si richiama in causa il manuale Cencelli e spesso lo si fa in senso negativo. Il Cencelli fu inventati da un democristiano ma è solo un sistema matematico di suddivisione delle responsabilità: è un criterio obiettivo. Se ce ne sono di migliori si adottino puntando su persone di qualità. E se la gente non è all’altezza bisogna avere poi il coraggio in tutti i campi di dire, amichevolmente, che è il caso che tu faccia un passo indietro”.
“Se ci si mette mano, poi, non è neppure complicato purché si tengano presente, come dire, alcuni punti fermi. La qualità degli amministratori, uomini e donne: qualità, competenza e il trascorso di ciascuno. È stato un amministratore. nell’impresa pubblica o privata, di qualità, di valore; ha raggiunto obiettivi? Allora puntiamo su questa persona, ce ne sono di tanti bravi”.
“Io non ho il piacere di conoscerla però la presidente Irfis mi dicono tutti essere una persona di grandissimo valore. E’ un imprenditore privato che ha lavorato benissimo. Si è assunta la responsabilità della nomina il Presidente della Regione. Non appartiene a nessun partito, ma a chi osa dire niente. Al contrario venissero fuori tutti da questa logica sarebbe l’ideale”
Schifani ricandidato non ci scandalizza
“Piaccia o non piaccia il presidente della Regione, il quale fa un lavoro terribile, ne so qualcosa, ha bisogno di un aiuto che noi sicuramente non gli abbiamo mai fatto mancare, né come MpA né tantomeno come Grande Sicilia. Lo facciamo dando forza alla sua azione e certamente non impedendogli di proiettare in avanti il suo mandato: è un obiettivo comprensibile. Ricandidarsi a un altro quinquennio non ci scandalizza, non abbiamo a casa nostra alternative da contrapporgli e quindi se si lavora ancora meglio in questi ultimi due anni sarà più facile. Ma ripeto che non lo diciamo perché ingraziarci la sua simpatia, perché c’è già un rapporto molto sereno. In più, ve lo dico per la mia esperienza personale, non bastano neanche dieci anni per realizzare degli obiettivi di importanza fondamentale ma dieci anni sono un arco di tempo che può permettere, per esempio, di vedere finalmente funzionare questi termovalorizzatori come Schifani ambisce”.
I termovalorizzatori
“Io sono convinto che, nonostante i salti mortali che sta facendo, la gara per la progettazione, che poi costa un sacco di soldi , non potrà vedere la luce nell’arco dei prossimi due anni. Il rischio è che poi arrivi un presidente con un assetto, una impostazione del tutto diversa. E cosa facciamo a quel punto? Paghiamo i danni a chi si è aggiudicato l’opera e non facciamo più nulla? Un po quello che è successo col Ponte sullo Stretto”
La richiesta di rimpasto
“Stiamo attendendo con una serenità infinita il riassetto e il riequilibrio ma non è che ne facciamo un dramma. Senza questo riequilibrio non muore nessuno. Però mi pare giusto che si faccia e lo diciamo. Speriamo di avere fortuna ed affrontare l’argomento anche perché, lo ripeto, non si sa quanti enti e partecipate ci siano in mano a commissari. Se si individua un criterio su persone di qualità anche senza tessere di partito come si è fatto con l’Irfis, a noi sta più che bene”.
C’è il rischio che se si toglie il coperchio la situazione diventi difficile da gestire poi?
“L’autorevolezza e l’autorità, il peso politico del presidente eletto direttamente dalla gente, ci mette al riparo di qualunque scossa tellurica. Il presidente lo può fare se serve e se lo ritiene necessario. Non stiamo costringendo nessuno, ma se serve e lo ritiene necessario. Che poi si chiami sostituzione di qualcuno, oppure ribaltino, o rimpastino. Chiamiamolo come vogliamo. Si tratterà comunque solo di una messa a punto se si ritiene che ci sia l’esigenza. Noi crediamo che emergerà questo argomento e questo tema lo poniamo da tempo”.
La battaglia degli ex Presidenti, Lombardo vs Cuffaro
“Noi siamo stati vicinissimi, abbiamo avuto ruoli diversi, lui da Presidente io da responsabile del partito. Prima CCD, poi confluì nell’Udc, siamo passato dal CDU e venivamo entrambi, io come anche Cuffaro, da un’area politica che nella DC faceva capo a Calogero Mannino. Non vorrei offendere nessuno ma ai miei tempi nella sinistra democristiana c’erano in Sicilia tre leader Mannino, Mattarella attuale Presidente della repubblica, e Rino Nicolosi Presidente della Regione. Tre uomini di quel valore, di quella statura, a dirigere solo una corrente e solo in Sicilia. Non facciamo confronti con l’oggi o col domani”.
Tornando a noi, sono emerse delle incomprensioni nell’interpretare in maniera diversa il criterio per poter individuare gli uomini a cui affidare delle responsabilità, nel modo di governare e nella scelta degli obiettivi da perseguire”.
Il voto provinciale
“Oggi da alleati ci siamo ritrovati su fronti diversi nelle elezioni per le Province. Io ho notato che si è perso anche perché pezzi di centrodestra hanno votato il candidato alternativo a Trapani e ad Enna”.
“A Enna i movimenti di Cuffaro e di Sammartino, mi dicono lo abbia fatto anche l’onorevole Lantieri, hanno votato per il candidato che poi è stato eletto dal Partito Democratico. Il centrodestra per il Consiglio provinciale ha avuto il 68% ed è sceso al di sotto del 50 per quanto riguarda il Presidente perdendo le elezioni. Noi abbiamo vinto invece ovunque quando si è andati uniti.
“A Siracusa invece c’è stato un ritrovarci insieme attorno al candidato che era il sindaco di Ferla. Diciamo che sono quelle differenziazioni che io mi auguro possano trovare un equilibrio essere superate. Non si tratta di diversità perché ci facciamo i dispetti ma di modi di vedere. Speriamo si possa convergere su obiettivi comuni laicamente intesi. L’obiettivo è questo se poi lo raggiungiamo in modi diversi diciamo che questo non deve scandalizzare nessuno”.
Il nuovo movimento politico: Grande Sicilia
“Abbiamo messo insieme tre esperienze diverse dal punto di vista, se vuole anche territoriale ma non soltanto. Siamo tre anime, una autonomista che per me è essenziale, c’è quella civica di Lagalla e c’è quella creativa e dei diritti di Miccichè”
“Se questa Regione cominciasse a fare politiche autonomistiche che si possono fare in ogni settore, non è un problema dello Statuto o degli articoli dello Statuto da applicare, allora molto sarebbe diverso. Le politiche autonomiste si posso fare partendo dagli obiettivi in materia di ambiente, in materia di energia, solo per fare qualche esempio. Poi dopo c’è ovviamente la politica dei diritti alla quale Micciché è molto sensibile. Questi argomenti vanno calati nella realtà siciliana e nelle competenze dell’Assemblea. Ecco che torniamo al processo riformista. E poi ci sono i civici come come Lagalla che hanno una storia e un radicamento”.
“Io non mi definisco né di destra, né di sinistra, né di centro. Per me la categoria degli autonomisti è fuori da questo schema tradizionale geografico. E i civici sono una maggioranza reale e credo che la componente e l’apporto che può dare Lagalla e il messaggio che porta se ben comunicato ai cittadini possa aiutare la gente a tornare a votare e ridurre quindi il tasso di astensione”.
Il sistema elettorale
“Leggo della proposta di ripristino del proporzionale, ma perché non metterci le preferenze? Perché le preferenze portano alla corruzione? A me sembra che la corruzione cammina anche a prescindere dalle preferenze. Ma se io non conosco i parlamentari anche sulla carta, li ascolto nel mio collegio, allora vedrete che quando il parlamentare ha bisogno del mio voto andrò a votare. Non è che per forza tra di noi il rapporto deve essere fondato sullo scambio”.
La prima cosa da fare in Sicilia, occuparsi della sanità
“Darei la priorità più assoluta, con tutto il rispetto per l’energia, per i rifiuti, per le infrastrutture per il Ponte e quant’altro, alla materia della sanità. Credo ci sia bisogno di un correttivo sul piano legislativo ma anche sul piano del governo del sistema. Serve una maggiore presa di coscienza della difficoltà che la sanità vive in Sicilia. Se non c’è una forte correzione di rotta che il Presidente la Regione può imprimere, e la può imprimere solo lui, la situazione può degenerare”
“Oggi assistiamo a tanti episodi di cui leggiamo sulla stampa. Malasanità di qua, polemiche su questo o quell’altro. Ci vuole una iniziativa fortissima e soprattutto serve il coraggio di puntare su uomini e donne non condizionate e non condizionabili. Gente che sappia dire di no 99 volte su 100 a chiunque. serve gente non condizionabile. In questo caso sicuramente noi non rendiamo un servizio ai cittadini e alla loro vita”.
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