Il presidente del Cerisdi, l’ente di alta Formazione con sede al castello Utveggio di Palermo, lascia l’incarico. Secondo indiscrezioni la lettera con le dimissioni di Salvatore Parlagreco sarebbero attualmente in viaggio verso la scrivania del presidente della Regione che sarebbe, però, già a conoscenza del contenuto.

Il Cerisdi, messo di recente in liquidazione, è uno degli enti rimasti fuori dai contributi della ex tabella H e che dovrebbe rientrare fra quelli da finanziare con la Ddl stralcio attualmente in discussione fra le varie commissioni. Un rifinanziamento quantomeno improbabile vista la situazione economica della Regione e le tante richieste.

Le dimissioni di Parlagreco, però, non sarebbero legate ai finanziamenti. Il presidente dimissionario è, comunque, polemico con le scelte regionali e soprattutto con il silenzio delle istituzioni relativamente alle proposte avanzate per il salvataggio del Cerisdi. Nella visione di Parlagreco, infatti, l’ente poteva far risparmiare risorse alla Regione e ne chiedeva l’assorbimento ‘in house’ all’interno dell’amministrazione affidando proprio al Cerisdi tutta l’alta formazione che attualmente la regione paga a diversi altri Enti.

A gennaio il presidente Parlagreco si era rivolto al governatore Rosario Crocetta, presentando la sua idea e chiedendo di associare la Regione al Cerisdi al fine di dare all’Ente Regione una struttura qualificata nel settore dell’alta formazione professionale, eliminare contributi e finanziamenti previsti da tre vigenti leggi regionali, realizzando cospicui risparmi, e preservare dall’incuria il Castello Utveggio, uno dei palazzi storici più prestigiosi della Sicilia, di proprietà della Regione siciliana.

Divenendo socio, la Regione avrebbe potuto svolgere direttamente l’attività di formazione ed aggiornamento dei dirigenti regionali, finora affidata ad enti pubblici nazionali e multinazionali con una ingente spesa per la Regione siciliana, offrire ai giovani laureati, in collaborazione con l’Università di Palermo, l’opportunità di approfondire competenze e conseguire titoli utili ad un’attività lavorativa di alto livello senza dovere lasciare la Sicilia, e di assicurare, infine, con un nuovo assetto societario, la permanenza e la piena fruizione del Centro, patrimonio culturale della Sicilia e della città di Palermo.

Il presidente del Cerisdi aveva anche incontrato, l’assessore regionale alla Pubblica istruzione e Formazione, Bruno Marziano, e il presidente della Commissione Bilancio dell’Ars, Vincenzo Vinciullo.

Ma non basta. C’è un altro elemento di polemica legato al bando per l’assegnazione dei servizi integrativi del Cerisdi fra cui la ristorazione. Erano giunte 97 offerte ma non era stato possibile procedere per una serie di questioni tecnico-giuridiche per le quali si attendeva la risposta della regione. una risposta che non sarebbe mai arrivata.

Adesso le polemiche dimissioni del presidente Salvatore Parlagreco, con 28 dipendenti che restano senza lavoro e senza punti di riferimento.

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