I giudici del Cga hanno accolto il ricorso di alcuni agricoltori che avevano partecipato a un bando europeo per la realizzazione di impianti boschivi. Realizzando nuovi boschi in Sicilia gli agricoltori aveva diritto sia il rimborso dei costi di manutenzione che il ristoro per il mancato reddito (agricolo), in caso di conversione di un seminativo, per un periodo di dodici anni.

 

La vertenza

Ad aprile del 2019 a 2 dal bando e in ogni caso dopo l’approvazione della graduatoria provvisoria, l’amministrazione regionale decideva di ridurre notevolmente gli importi dei mancati redditi, rideterminandoli in riduzione da 1.103 a 399 euro per ettaro per le superfici in montagna, da 1.452,00 a 443,00 euro per ettaro per quelle in collina e da 1.451 a 484 euro per ettaro per quelle in pianura.

Tagli poiché quei terreni avrebbero potuto beneficiare di altri sussidi europei previsti dalla Politica agricola comune (Pac). Una tesi contestata dagli agricoltori che contro i tagli previsti dall’assessorato regionale all’Agricoltura, assistiti dagli avvocati Girolamo Rubino, Katea Ferrara e Calogero Marino, hanno presentato un ricorso ai giudici amministrativi. In appello il Cga accogliendo le tesi degli avvocati ha accolto il ricorso.

Il mancato guadagno

La decurtazione del mancato guadagno non sarà più automatica e generalizzata, ma dovrà essere oggetto di un’apposita verifica, caso per caso, volta a appurare se il beneficiario usufruisca del premio previsto dalla politica di sviluppo rurale dell’Europa. “Condizione questa che, nello specifico, – spiegano gli avvocati – non potrà verificarsi nella Regione Sicilia poiché per scelta dell’amministrazione regionale le superfici boschive, realizzabili con questa misura per sostenere le zone rurali, presuppongono una trasformazione della superficie agricola in “non agricola”, quindi non idonea a ricevere i premi diretti della politica agricola comune”.