La soluzione è sempre la stessa. Commissariare la Sicilia. Lo si dice come provocazione ma a quello si continua a puntare da tempo immemore ovvero sollevare un tale movimento di indignazione da Nord a Sud e perfino fra i siciliani da ottenere un implicito via libera dalle stesse vittime per l’arrivo del carnefice.

Va in scena ancora una volta nella trasmissione di Massimo Giletti, l’ennesimo attacco alla Sicilia degli sprechi, stavolta cavalcato non solo dall’ex presidente della Regione Rosario Crocetta ma anche dall’ex assessore ai rifiuti (per pochi giorni) e componente dell’alleanza di governo attuale Vincenzo Figuccia.

Treni che non funzionano (e questo è purtroppo verissimo) vitalizi che non si tagliano (vero a metà), eccesso di dipendenti (vero per meno di metà), sprechi e sperperi ovunque a cominciare dall’Ars.

Un quadro desolante quello disegnato a fronte del quale Pietrangelo Buttafuoco rilancia l’idea “Commissariate la Sicilia”. Un vecchio pallino rispetto al quale Crocetta, il presidente che ha lasciato dietro di sé solo macerie come universalmente riconosciuto, si dice praticamente concorde. D’altronde se non si riesce a governare neanche la deriva meglio affondare la barca.

Ma Giletti, che non ci sta a farsi dire che continua a far trasmissioni anti siciliane senza contraddittorio, racconta che i giovani di Diventerà Bellissima che raccolgono le firme contro di lui hanno rifiutato l’invito.

Poi manda in onda una intervista registrata a Gianfranco Miccichè anche dopo lo scontro con l’inviata accusata da Miccichè di ‘giornalismo violento’  per aver, sono parole sue, ‘fatto irruzione dentro casa’.

Miccichè si è munito di cartelli da mostrare in camera. Cartelli per contestare le ricostruzioni di Giletti destinati anche a chi non capisce.

“Il segretario generale vuole querelare, ma io non querelo. Ho querelato solo l’inviata che ha praticamente sfondato il portone di casa solo perché me lo ha chiesto la Digos ma non ce l’ho con lei. E’ solo una killer, io ce l’ho con il mandante che è Giletti”.

Poi Miccichè snocciola i dati. Non è vero che l’Ars costa 200 milioni l’anno: “Hanno fatto una ricostruzione faziosa mettendoci dentro tutto. Quest’anno costa 200 milioni perché ci sono anche i soldi venuti dall’Europa per il restauro del Palazzo dei Normanni. Una partita di giro che peraltro non si ripete”.

Poi Miccichè mostra il cartello, il bilancio interno dell’Ars è di 146 milioni e mezzo: “Ma contrariamente a tutte le altre regioni dalla Lombardia alla Calabria – dice ancora – noi paghiamo anche le pensioni. Nel resto d’Italia c’è l’Inps. Tolga, dunque, altri 70 milioni se vuole fare un paragone attendibile”. E Miccichè parla di pensioni non di vitalizi.

Quindi l’affondo: “Stiamo costruendo la peggio classe dirigente di sempre per colpa del populismo. A forza di tagli  i dirigenti sono scappati tutti in pensione. Siamo rimasti solo con giovani inesperti e dobbiamo andare avanti a colpi di consulenze perché l’Ars non ha più il personale sufficiente né competente. Una cosa che succede anche alla Regione dove i dipendenti ora sono 11mila (anche se lì l’età media è molto più alta, ndr). E tutto questo è colpa del populismo che io identifico con Giletti”.

Inutile aggiungere che il coro degli ospiti in studio o collegati andava, naturalmente, in direzione opposta. Ma questa mattina si riapre il coro delle polemiche azzurre. Ad inaugurarlo l’eurodeputato Giuseppe Milazzo che si dice “incredulo: a Non è l’Arena di Giletti il conduttore mostra Crocetta come modello siciliano da promuovere – dice -dopo che ha disastrato la Sicilia tanto da non potersi ripresentare alle scorse elezioni regionali. E mentre lo stesso Crocetta attacca Forestali, ex Pip, Formazione professionale, Precari e chi più ne ha più ne metta denunciando quindi il gran numero di personale che grava sulle casse regionali, in trasmissione a supportarlo insieme a Giletti, fa ingresso Vincenzo Figuccia, capopolo e paladino di tutti i precari. Chi non ricorda i suoi scioperi della fame o la sua proposta di richiamare i PIP fuoriusciti dal bacino? Ma potremmo continuare all’infinito. Attenzione la mia non è una critica nei confronti di nessuno, ma Giletti dovrebbe stare più attento nella scelta dei suoi ospiti perché poi non deve lamentarsi quando viene tacciato di mancanza di imparzialità”.

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