Cosa succede nell’alleanza di governo alla Regione? Quella che sostiene Nello Musumeci e che non è possibile chiamare maggioranza (come lo stesso Musumeci ribadisce, e in fondo ci ha convinto a non chiamarla così)?.

C’è fermento e nelle ultime ore sembra che siano più le spine che le rose. O almeno sembrano tornare a pungere spine che ci sono sempre state, forse un po’ dimenticate o accantonate, ma rimaste lì pronte a pungere.

Nelle ultime ore (due o tre giorni in realtà) qualcosa è tornato a galla. Almeno due i temi da affrontare anche se si tratta di temi molto ma molto diversi per qualità della critica o polemica che dir si voglia.

Da una parte c’è Vincenzo Figuccia che torna alla ribalta della scena sparando a zero sul suo nemico politico di sempre, Gianfranco Miccichè, e lo fa approfittando degli attacchi di Massimo Giletti e dell’ex presidente Rosario Crocetta da Non è L’arena di La7. Dall’altra parte c’è il leader di Cantiere Popolare Saverio Romano che torna sul tema del grande porto hub necessario per garantire un futuro sviluppo alla Sicilia ma rimasto lettera morta. Una ‘assenza’ o ‘dimenticanza’ che Romano contesta a Musumeci così come ad Orlando.

Non un tema politico, quello di Romano, ma un tema tecnico anche se pur sempre una critica al proprio presidente, a quel governatore che Romano comunque appoggia.

Andiamo per ordine nel ricostruire queste vicende. La critica di Romano arriva nella giornata di sabato. “Il modello della cooperazione internazionale ha fallito la sua mission – dice con una certa enfasi il leader di Cantiere Popolare -. Occorre individuare altri modelli. Il Sud ha una grande opportunità nel rispetto della sua vocazione e della sua tradizione. Mi riferisco alla possibilità di consolidare il dialogo e il confronto con i paesi del Mediterraneo, avviando al contempo relazioni diplomatiche ed economiche. La nostra Isola è una piattaforma naturale per il traffico internazionale di merci che oggi, di fatto, la esclude”.

Poi Romano entra nel tema tecnicamente. “E’ necessario e indispensabile per lo sviluppo della nostra Isola e di tutto il Mezzogiorno, un porto hub commerciale. Eurispes ha presentato il progetto del porto hub di Palermo ma dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – che si erano impegnati a portarli all’attenzione delle rispettive assemblee entro il dicembre 2018 – attendiamo ancora un concreto segnale di interesse per questa iniziativa che rappresenterebbe una vera occasione per la crescita economica ed occupazionale del nostro territorio”, conclude parlando da vicepresidente della Fondazione Magna Grecia e responsabile Dipartimento Mezzogiorno di Eurispes in occasione del suo intervento alla seconda giornata del convegno Sud e Futuri organizzato a Palermo proprio da Magna Grecia.

Ma quella che poteva essere una polemica rilevante su fatti non politici ma di interesse per lo sviluppo della Sicilia viene travolta dalla polemica politica rilanciata dall’ex assessore ‘lampo’ ad energia e Rifiuti Vincenzo Figuccia che scrive una lettera aperta a Giletti e riesce a farsi ospitare a Non è L’Arena sposando le tesi dello stesso Giletti e dell’ex presidente Rosario Crocetta contro Gianfranco Miccichè, reo di non aver cancellato i vitali Ars.

“Sono stato opposizione al governo Crocetta al quale rimprovero di aver pasticciato e confuso tante di quelle cose che il suo stesso governo difficilmente sarà ricordato per qualcosa di buono. Contro la sua azione politica ho fatto manifestazioni e digiuni. Ma adesso quella stagione è trascorsa e animato dai migliori propositi, ho contribuito ad avviare un’era che auspico possa essere di riforme, sviluppo, rilancio occupazionale e infrastrutturale. Ma a volte, anche quando sono in Parlamento, alzo lo sguardo verso la poltrona più importante di quell’aula e vedendo il presidente dell’Assemblea, cado nello sconforto – attacca Figuccia – uno sconforto che credimi è legato alla storia, al vissuto di un popolo che negli ultimi 25 anni è stato amministrato all’ombra di un sistema, di un potere che in realtà non se n’è mai andato”.

“Miccichè purtroppo per lui ma soprattutto per i siciliani, sta sbagliando tutto e chi per posizioni precostituite di partito, di coalizione, fa la scelta di difenderlo, purtroppo difende l’indifendibile e soprattutto arreca un grande danno ad una Sicilia che meriterebbe di più, che merita di essere una terra materna per i suoi figli e a cui spetta di avere un ruolo centrale per lo sviluppo di un’intera area nel bacino del Mediterraneo. Atteggiamenti poi, come quello nei confronti della giornalista che non è stata ricevuta e che poi si è ritrovata nell’impossibilità di salire nella sua macchina perché le erano state state sottratte le chiavi, sono gesti che vanno condannati, sono delle cattive testimonianze di fronte a milioni di italiani che ci guardano, che devono sapere che la Sicilia non è questo. La Sicilia è una terra di eccellenze, di tanta gente che tutto ciò malgrado continua a sacrificarsi, a sperare e a costruire qualcosa nella terra che ama”.

Su Figuccia piovono gli improperi di tutta Forza Italia con il capogruppo di Forza Italia Tommaso Calderone che lo definisce “attacco volgare e gratuito” al vice coordinatore azzurro Francesco Scoma per il quale Figuccia “ha tradito la Sicilia in soli 15 giorni da assessore per palese incapacità amministrativa” senza contare l’intervento del deputato europeo Giuseppe Milazzo che parla di ‘sciacallaggio politico’.

Ma Lui, Figuccia, non se ne cura, anzi lo aveva messo in conto e va da Giletti a ribadire di Miccichè “atteggiamenti arroganti e indifendibili” mentre la Sicilia resta a guardare la disputa nella platea nazionale fra gli uomini che dovrebbero difenderla.

Ma per chi si occupa di politica resta un dubbio a prescindere dalla facile critica: potrà tutto questo non avere conseguenze sugli equilibri dell’alleanza di governo?

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