A volte ritornano. E’ il titolo di un famoso film horror e forse di questa metafora abbiamo abusato in questi anni. Ma in Sicilia, le cose si ripetono ed il vecchio gattopardesco adagio ‘cambiare tutto perchè nulla cambi’ sembra essere sempre lì in agguato e si ripresenta di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno.
Così ieri sera Non è L’arena di Giletti rispolvera un ex presidente del quale pensavamo di esserci liberati. Rieccolo Rosario Crocetta, il presidente del maggior danno possibile per l’isola, ripresentarsi come salvatore della patria. Ritorna il Crocetta pre governatore, quello dell’opposizione democratica e dalla mente aperta che non sembra neanche l’ex presidente che ha governato per 5 anni il disastro.
Così va in scena un uomo innamorato della sua terra e che a Giletti dice che criticare la Sicilia è un atto di amore verso la Sicilia stessa e che bisogna essere grati alla stampa che critica. Lui che di critiche non ne accettava tanto da dire continuamente che non riusciva a governare perché attaccato dai poteri forti, perché aveva la stampa contro e così via.
Adesso le critiche sono uno stimolo a fare meglio, dice l’illuminato Crocetta che si ricorda di essere anche lui una sorta di pentastellato della prima ora (‘Io di stelle ne ho sei, non cinque’ aveva detto insediandosi come presidente) e attacca la scelta di non tagliare i vitalizi: “Ci sono delle logiche perverse in Sicilia – dice – come si può dire che noi non applichiamo il taglio dei vitalizi in una regione che è in grandi difficoltà economiche. Questo è offendere la Sicilia”.
Il bersaglio delle critiche è il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè e da Giletti non può che trovare consenso a scena aperta dopo l’ultimo episodio di scontro fra Miccichè e gli inviati proprio di La7 accusati di fare ‘giornalismo violento’ da Miccichè dopo che si sono quasi intrufolati in casa sua per ‘estorcere’ una dichiarazione che lui non voleva proprio rilasciare.
Ma il Crocetta show non si ferma qui. E attacca anche il governo Musumeci sui conti, smentisce di aver lasciato dietro di se il disavanzo e il disallineamento che oggi il governo Musumeci si trova a fronteggiare e che dai risultati della commissione tecnica di indagine sui conti risalirebbero, per buona parte (ma non soltanto), proprio alle scelte del governo Crocetta.
E non intende ‘tenersela’ il Vice Presidente e assessore all’economia Gaetano Armao che replica sui social quasi in diretta. “Un personaggio da spiaggia come Crocetta, senza vergogna e dignità istituzionale – scrive Armao – per cancellare il disavanzo da 2,5 miliardi di euro che ci hanno scaricato, mi attacca dicendo il falso sul bilancio del 2012: approvato dal suo partito, parificato dalla Corte dei conti, rispettando il patto di stabilità, e dopo una riduzione della spesa apprezzata dal Governo Monti”.
“Uno che ha svenduto la Sicilia con accordi capestro – continua – portato al ridicolo la credibilità della Regione, disamministrato provocando disastri che ci affliggono ogni giorno, favorito l’ingerenza di poteri occulti a causa dei quali è indagato per gravi reati, condannato dalla Corte dei conti, si permette di parlare”.
Ma Armao attacca a sua volta anche il conduttore della trasmissione: “Una cialtronata che spiace sia stata tollerata da Giletti e da “La 7” in totale assenza di contraddittorio, insieme ad una serie di castronerie sulla Sicilia (come quella sui dipendenti o su strade e ferrovie che sono a vergognosa gestione dello Stato)”.
Armao inoltre non dimentica di non essere proprio sulla stessa barca di Miccichè e su un tema prende qualche distanza: “Sulla vicenda dei vitalizi, non percepiti, né percepibili dai non parlamentari, preferisco non esprimermi, ma occorre una decisione seria”.
Ma non ci sono solo le risposte di chi è stato chiamato in causa. la politica siciliana si solleva contro Crocetta, Giletti e la trasmissione e c’è chi raccoglie le firme contro questo modo di fare televisione “Ieri sera è andato in onda l’ennesimo spot fazioso contro la Sicilia. La7 e Giletti la smettano di invitare chi in cinque anni ha distrutto la Sicilia, portando la nostra terra al ridicolo e per giunta senza alcun contraddittorio” dice Domenico Bonanno, componente della direzione regionale di Diventerà Bellissima, che attacca il conduttore del programma televisivo Non è l’Arena.
“Noi Siciliani siamo stanchi di questi continui spot faziosi e parziali, che non si limitano ad analizzare problemi dei quali anche noi siamo consapevoli, ma che diventano strumento di denigrazione e offesa nei confronti di un intero popolo. A maggior ragione se alla presenza di Crocetta che dopo 5 anni di disastri e gaffe istituzionali, farebbe bene a ritirarsi a vita privata.”
Intanto si sta diffondendo in rete una raccolta firme, per chiedere a La7 e Giletti di dedicare un’intera puntata alla “Sicilia delle eccellenze e della speranza, contro la rassegnazione e le menzogne”.
“Se Giletti e la7 vogliono parlare di Sicilia, allora invitino anche le eccellenze che questa terra produce e i tanti giovani, che nonostante tutto, restano e lottano quotidianamente per una Sicilia migliore. Dimostrino di non essere faziosi” conclude Bonanno “e diano spazio e diritto di replica, noi siamo disponibili”.
Voce fuori dal coro quella di Vincenzo Figuccia “Prendo le distanze dal modo in cui Miccichè interpretala politica – dice Vincenzo Figuccia – è inaccettabile che non si apra al confronto democratico con i giornalisti che vogliono approfondire delle questioni regionali anche perché possa raccontare ai microfoni le sue ragioni, per chiedere scusa laddove ha sbagliato, per confrontarsi con chi la pensa diversamente da lui. Ho sentito frasi del tipo ‘la rivoluzione non ho potuto a realizzarla perché qui comanda Giletti’. Mi sembra veramente troppo in termini di demagogia, di falsità e bugia soprattutto da parte di chi da 25 anni, ha rivestito ruoli di prim’ordine, da parlamentare Nazionale, da ministro e più volte da presidente dell’Assemblea Regionale. Figuccia, invitato già in studio dallo stesso Giletti nei mesi scorsi, fu protagonista della stoccata a Miccichè sugli stipendi d’oro dei burocrati dell’Ars e in quell’occasione, si dimise dalla prestigiosa poltrona di assessore regionale. Oggi, lo spirito non è cambiato: “se la Sicilia è in queste condizioni – dice il deputato centrista – la colpa è soprattutto sua e di gente come lui che è al governo della regione da troppo tempo”.
“In tal senso si spiega il suo triste fuggi fuggi dal confronto con la stampa nazionale ma ci risparmi queste sterili quanto ridicole affermazioni che ingenerano strumentalizzazioni e fanno di tutta un’erba un fascio a scapito dei siciliani onesti”.
“Io – conclude – decido di stare da un’altra parte, lontano da personaggi come questo e spero che davvero la rivoluzione possa compiersi presto con il coinvolgimento della popolazione e con l’uscita dal torpore di una certa politica che non comprende che il suo tempo è finito”.
Commenta con Facebook