“Dopo l’insediamento avvenuto mercoledì 7 dicembre, e l’elezione del presidente dei due vicepresidenti e del segretario, la commissione regionale Antimafia si riunirà per la prima volta la prossima settimana: sarà in quella sede che gli uffici della segreteria ed i funzionari della commissione dovranno verificare i requisiti previsti dall’articolo 6 del regolamento della stessa commissione che individua i casi di incompatibilità per i componenti dell’ufficio di presidenza”. Lo dice Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia, in relazione alle notizie secondo le quali un componente dell’ufficio di presidenza della commissione, Riccardo Gennuso, sarebbe attualmente coinvolto in un procedimento penale.

“Se queste notizie risultassero confermate – aggiunge Cracolici – la sua condizione lo renderebbe incompatibile con la carica di componente dell’ufficio di presidenza della commissione”.

M5S: “Nomina inopportuna”

“L’elezione a vicepresidente della commissione Antimafia dell’Ars di Riccardo Gennuso, imputato per estorsione, non è certo il miglior viatico per il nuovo cammino dell’importante istituzione di palazzo dei Normanni e rappresenta un pessimo segnale inviato ai cittadini. La scelta di Gennuso da parte del centro-destra è totalmente inopportuna e rischia di minare gravemente la credibilità dell’istituzione che va affidata a persone al di sopra anche del minimo sospetto”. Lo affermano le componenti 5 stelle della commissione Antimafia dell’Ars Roberta Schillaci e Jose Marano.

“A Gennuso, che va comunque considerato innocente fino al terzo grado di giudizio – concludono le due parlamentari – auguriamo di dimostrare in sede processuale di essere del tutto estraneo agli addebiti che gli vengono mossi. Nelle more, però, sarebbe doveroso un suo passo indietro a tutela dell’immagine della commissione e per consentire ad essa di lavorare in totale serenità”.

Il post polemico

La polemica corre via social. La Vardera attraverso facebook aveva rivelato che Gennuso è a processo per estorsione. “No non si tratta di una barzelletta – attacca La Vardera -, io credo che questa carica strida con le più elementari logiche del buonsenso politico. Riccardo è rinviato a giudizio per estorsione. Io non entro nel merito dell’accusa, perché non sarò mai giustizialista o manettaro, so che fino all’ultimo grado di giudizio Riccardo è innocente. Però, non credo ci voglia tanto nel capire che in questo modo rischiamo di non essere un organo credibile a chi ci guarda da fuori. Io non mi capacito del perché la maggioranza abbia permesso possa accadere una roba simile votandolo vicepresidente”.

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