I giudici del Tar di Palermo della Prima sezione presieduta da Salvatore Veneziano hanno respinto il ricorso presentato da Bartolomeo Di Salvo, candidato capolista nella circoscrizione di Palermo nella lista “Popolari e Autonomisti”.

L’aspirante parlamentare riteneva legittima la propria proclamazione alla carica di deputato, contestando l’elezione di tutti gli eletti nel collegio di Palermo e chiedendo al Tar Palermo di sollevare una questione di legittimità Costituzionale in ordine alla legge elettorale regionale.

La mancata elezione di Di Bartolomeo

Di Bartolomeo ha sostenuto che la sua mancata elezione sarebbe stata causata dal mancato superamento da parte della lista Popolari e Autonomisti della “soglia di sbarramento”, a livello circoscrizionale, introdotta dalla legge regionale siciliana, soglia si porrebbe in contrasto con la Costituzione. Nel giudizio si è costituito il deputato Vincenzo Figuccia, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia.

Il ricorso rigettato

I giudici amministrativi hanno rigettato il ricorso rilevando che il “meccanismo della ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale così come operante nel sistema elettorale vigente proporzionale con correttivi in senso maggioritario, di cui è stata fatta applicazione nelle contestate elezioni, ha condotto a risultati che non appaiono illogici soprattutto se comparati con quelli raffigurati dal ricorrente, il cui esito più che garantire il rispetto del volontà degli elettori, sembra invece consentire l’attribuzione del seggio al ricorrente medesimo nonostante questi abbia raggiunto un numero di preferenze inferiore rispetto a quello dei controinteressati che sul punto hanno articolato difese convincenti”. Il Tar ha anche condannato il ricorrente al pagamento di 7.500 per le spese legali.