I giudici della Corte di Cassazione hanno deciso che Loredana Graziano condannata in appello per l’omicidio del marito il pizzaiolo Sebastiano Rosella Musica avvenuto a Termini Imerese debba restare ai domiciliari.
La donna era stata condannata a 30 anni accusata di avere avvelenato il marito con il cianuro. Dopo la condanna il tribunale del riesame visto che la donna è madre di un bimbo di circa due anni aveva concesso i domiciliari.
La procura generale di Palermo ha impugnato la decisione del riesame che adesso viene confermata dalla cassazione.
La delusione della famiglia della vittima
“Non c’è rispetto del nostro dolore. Ci sentiamo traditi da una decisione che riapre una ferita dolorosissima – dicono Domenico Rosella Musico e Maria Concetta Rosella Musico fratello e sorella della vittima. L’imputata aveva già avuto la possibilità di andare a vivere con il proprio figlio presso una casa famiglia nei pressi di Avellino, ma incredibilmente ha rifiutato questa scomoda alternativa perché lontano da casa . Ora gli viene accordato il capriccio di tornare ai domiciliari per vivere comodamente dopo il gravissimo delitto che ha consumato. E’ una grandissima ingiustizia”.
Nuovi ricorsi contro i domiciliari
I legali dei familiari annunciano nuovi ricorsi. “Il 30 gennaio del 2023, la corte di assise di appello di Palermo, confermando per la donna la sentenza di condanna per omicidio volontario aggravato alla pena di 30 anni di reclusione, aveva respinto la richiesta di sostituzione della misura cautelare presentata dalla sua difesa evidenziando la persistenza della sua pericolosità – dicono gli avvocati Salvatore Sansone e Provvidenza Di Lisi – L’odierna decisione della Corte di Cassazione interviene su temi che la difesa della parte civile ha vibratamente contestato e che sono stati pienamente condivisi nell’atto di impugnazione della procura generale di Palermo contro l’ordinanza del tribunale del riesame che nel febbraio scorso ha rimesso ai domiciliari l’imputata condannata. Valuteremo ogni ulteriore iniziativa da prendere dopo aver letto la parte motiva di quanto disposto dalla suprema corte di cassazione”.
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