Si è conclusa la prima conferenza internazionale dei Procuratori generali del Consiglio d’Europa. Oggi pomeriggio, nell’Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, si è vissuto un lungo momento di ricordo delle vittime delle stragi del 1992.
Nell’anno del trentennale dei sanguinosi attentati a Falcone e Borsellino, il capoluogo siciliano ha ospitato i procuratori generali del Consiglio d’Europa. Il Gotha della giustizia continentale con i procuratori generali provenienti da 46 Paesi del Consiglio d’Europa e degli Stati osservatori della sponda sud del Mediterraneo.
Salvi, “Verità stragi ancora incompleta”
Non solo ricordo ma anche riflessioni. Come quella del procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi che ha aperto la cerimonia di commemorazione nell’aula Bunker, celebre anche per il maxi processo a cosa nostra a metà anni ’80.
“Falcone e Borsellino sono stati certo isolati ma non sono mai stati soli. Coloro che progettarono gli attentati e li eseguirono sono stati processati e condannati ma la verità è ancora incompleta manca il quadro per definire le complicità”. Salvi ha letto tutti i nomi delle vittime delle due stragi.
Frasca, “Troppi interrogativi aperti su stragi ’92”
“In quest’aula il lavoro di Falcone e Borsellino ha ricevuto la sua consacrazione. In quest’aula è stato annientato il mito dell’invincibilità di Cosa nostra. Giovanni e Paolo hanno riportato in questa terra la credibilità dello Stato e ridato ai cittadini il senso di appartenenza a una comunità libera e democratica. Restano però sulle loro morti torbidi retroscena e complicità che lasciano aperte ferite che non si rimarginano nonostante il tempo. Anzi il tempo che rischia di consolidare l’idea di un mistero irrisolto. Sono ancora tanti gli interrogativi da sciogliere per assicurare i responsabili. delle stragi alla giustizia. Ma noi non vogliamo cedere alla rassegnazione, a Cosa nostra e a ogni forma di illegalità”. Così il presidente della corte d’appello di Palermo Matteo Frasca intervenendo.
Lamorgese, “Stragi peggiore investimento di Cosa nostra”
“Le stragi del ’92 furono il peggior investimento della mafia siciliana. Da quegli attentati del ’92 sono nate le nuove norme antimafia. All’inaudita violenza si rispose con misure mai viste e, giorno dopo giorno, grazie al nuovo slancio delle coscienze e agli importanti provvedimenti adottati dal Parlamento abbiamo ottenuto risultati straordinari. La legislazione ha messo in campo strumenti sempre più efficaci che sono nati dall’esperienza e dalle intuizioni di Falcone e Borsellino”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese intervenendo nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo nel corso della commemorazione del giudice Giovanni Falcone, ucciso il 23 maggio di 30 anni fa dalla mafia, insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta.
“Le mafie possono essere sconfitte colpendole nell’emblema della loro protervia, il denaro – ha spiegato – ci attende una stagione di ingenti finanziamenti e investimenti di risorse pubbliche. L’impegno è assicurare che le somme del Pnrr vengano schermate dai condizionamenti criminali in un mondo globalizzato le mafie agiscono su piani molteplici – ha aggiunto – Serve stringere alleanze tra Stati per dare una risposta comune a un nemico che prospera negli spazi lasciati senza presidio”.
Lamorgese ha ricordato l’importanza della cooperazione giudiziaria internazionale e della istituzione della Procura europea, “tassello ulteriore, questo – ha proseguito – volto a colpire le finalità finanziarie delle mafie”. I successi ottenuti però non devono illuderci di una vittoria già ottenuta”, ha concluso.
Cartabia, “Stragi ’92 spartiacque della nostra storia”
“Le stragi del ’92 sono state uno spartiacque nella nostra storia. La Repubblica reagì e mostrò il suo volto più nobile. Il sacrificio dei suoi servitori mobilitò cittadini e istituzioni. Le immagini delle lenzuola bianche esposte al vento divennero simbolo di una chiara volontà di cambiamento. L’Italia comprese che la lotta alla mafia non doveva essere una distaccata opera repressione ma un movimento culturale che coinvolgesse le giovani generazioni come diceva Paolo Borsellino”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Marta Cartabia.
Ed ha continuato ricordando il lavoro di Francesca Morvillo, giudice dei minori: “La profonda conoscenza del fenomeno mafioso ci ha fatto capire l’importanza della sensibilizzazione delle giovani generazioni”. Cartabia ha poi detto: “Tra le ragioni per cui siamo debitori a Falcone c’è l’aver collocato la lotta contro il crimine organizzato a livello internazionale sia per strumenti di contrasto, che per la condivisione della consapevolezza della sua pericolosità”.
Ermini, “Mafia esiste ancora ma non è invincibile”
“La mafia è una pantera (citazione di Giovanni Falcone) che tuttora si aggira. La mafia esiste ancora, si è adeguata ai tempi, ha oltrepassato le frontiere regionali e nazionali allargando il suo raggio d’azione, si è mimetizzata nella società inquinando l’economia legale. Eppure, la mafia – ecco l’insegnamento di Falcone e Borsellino – si può sconfiggere, non è affatto invincibile. Così come ha avuto un inizio, così avrà una fine”. Così il vicepresidente del Csm Davide Ermini.
Che ha aggiunto: “Se in questi anni il nostro Paese si è dotato di una legislazione antimafia all’avanguardia; se a guidare l’azione di contrasto e repressiva contro il crimine organizzato di stampo mafioso abbiamo organi come la Dna e la Dia, un modello di organizzazione degli apparati inquirenti che ha permesso un salto di qualità sul piano operativo, d’indagine e giudiziario, lo dobbiamo anche e soprattutto alla straordinaria e felice intuizione di Falcone”. “E’ l’idea vincente che le mafie vanno contrastate mettendo in campo organi con competenze specifiche, contraddistinti da un elevato livello di specializzazione e in costante e stretto coordinamento – ha proseguito – E’ l’idea vincente, recepita qualche anno dopo dalla Convenzione di Palermo e più di recente dalla Procura europea, che le mafie si combattono su dimensione globale attraverso la collaborazione internazionale degli apparati investigativi”.
Orlando, “Conferenza pm a Palermo momento importante”
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presente alla cerimonia di chiusura, ha ringraziato tutte le cariche istituzionali che hanno partecipato a “questa conferenza che, conclusasi nel ricordo delle stragi di Capaci e via D’Amelio, ha rappresentato un momento importante per la vita della nostra città, dell’intero Paese e del mondo. Ha fornito un contributo ulteriore all’impegno di promuovere una cultura di legalità del diritto e dei diritti”. Ed ha aggiunto: “La scelta di Palermo è stata al tempo stesso un riconoscimento del cambiamento di questa città ma anche un richiamo alle nostre responsabilità affinché questo cambiamento venga messo in sicurezza”.
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