Come avevamo ampiamente previsto, astenendoci già in occasione della direzione regionale che ha dato via al congresso con il voto di qualche decina di componenti, quello che doveva essere un congresso di rigenerazione si sta rivelando la messa funebre del Pd Siciliano. Chi ha ancora a cuore le sorti della nostra comunità politica e della Sicilia ha il dovere di fermarsi, chi si ostinerà ad andare avanti se ne assumerà la responsabilità davanti alla nostra gente.”

Così interviene duramente in una nota Antonio Ferrante, tra i promotori in Sicilia dei comitati a sostegno di Matteo Richetti, in merito al congresso siciliano, ormai ridotto a scontro senza esclusione di colpi.

“Dal giorno della direzione i siciliani, almeno quelli che ancora sanno che esistiamo, hanno assistito ad un continuo susseguirsi di ricorsi, accuse e attacchi, palesi violazioni di tutte regole interne, dichiarazioni di voto da parte di esponenti di forza italia e addirittura minacce di commissariamenti a mezzo stampa rivolte a quei pochi circoli che ancora resistono e volevano, legittimamente, eleggere i propri coordinatori, il tutto condito da prima ingerenze romane prive di qualsiasi legittimazione e, ieri, da un parere della commissione di garanzia deliberato a maggioranza, e quindi con la prevalenza dei componenti della vecchia gestione, orientato ad accrescere la frattura prima che a comporla. In questo quadro desolante non resta che fare tutti un passo indietro e ripartire, insieme e con regole condivise, nel più breve tempo possibile”.

Da parte nostra, ancora una volta, proponiamo un incontro sereno tra tutte le parti in causa per interrompere la spirale di veleni, ricorsi e rancori che sta uccidendo il nostro partito e allontanando definitivamente la gente da noi e così aprire al meglio anche la fase nazionale che ci attende. Sia chiaro, qualora qualcuno faccia ancora orecchie da mercante, che chiunque la spunti in questa guerra senza regole non sarà il segretario del Pd ma il sacerdote chiamato a porgergli l’estrema unzione”.